Bitonci, Padova e la sindrome della volpe e l’uva

 

Padova come Napoli (rifiuti), Padova in mano a bande di stranieri assetati di sangue, in stazione e negli altri quartieri della città. Padova fa schifo, vista con le lenti dell’ex sindaco di Cittadella e parlamentare della Lega Nord Massimo Bitonci. Sembra quasi che, conscio del fatto che a Padova difficilmente troverebbe qualcuno che lo volesse come sindaco, Bitonci abbia deciso di disprezzare il più possibile la città che non può avere, come nella fiaba della volpe e dell’uva. E questo da padovano mi infastidisce. Perchè c’è una parte politica che gioca al tanto peggio tanto meglio solo per fini elettorali o di parte. Il gioco è questo: dipingiamo Padova come una cloacha maxima e diamo tutte le colpe al sindaco Flavio Zanonato, così poi i padovani lo scaricheranno e prendiamo noi il controllo della città. Intanto a pagarne il prezzo più alto è la città. Perchè una visione deformata di quello che accade a Padova, nel bene e nel male, fa male proprio a quella città che viene ritratta come un luogo pericolosissimo da alcuni, un giardino in fiore anche dove è degradata da altri. Ci vuole dal mio punto di vista un po’ di equilibrio. Proprio per evitare di danneggiare l’immagine di Padova. Cosa pensa non dico uno straniero, ma un veneziano o un trevigiano che deve mandare i figli all’università e deve scegliere tra Padova e Bologna, di una città dipinta come un campo di battaglia? E c’è qualcuno che immagina che faccia bene ai ristoratori della città la pubblicità emulsionata a dovere di ogni piccolo episodio di micro delinquenza, spacciata come se si trattasse delle cinque giornate di Milano in salsa nordafricana? Io tifo per Padova, è la mia città anche se sono nato a Camposampiero. C’è chi, come l’onorevole Bitonci, che tifa Cittadella, anche se è nato a Padova per l’anagrafe. E non stiamo parlando solo di calcio

Alberto Gottardo