Per capire cos’è successo a San Siro sarà utile interrogarsi su come trattiamo i nuovi italiani e quanto si gioca davvero sui campi di periferia

 

Troppo facile dare la colpa a Ventura. Troppo facile mandare via Tavecchio, eletto presidente della FGIC dopo una battuta sui giocatori africani che mangiano le banane che fa venire ancora la pelle d’oca a chiunque sia dotato di più di un neurone.
Per capire il perchè di ciò che è successo ieri a San Siro bisogna interrogarsi su quello che succede e non succede tutti i giorni sui campi da calcio, e non solo, dei nostri quartieri.
Racconta Mohamed Rmaily, una circostanza che andrebbe analizzata fino in fondo da chi ha responsabilità politica a tutti i livelli:
“Ma sapete come la Germania dopo la disfatta dell’ Europeo del 2000, dove arrivo ultima ai gironi si rialzo e da lì ogni Mondiale o Europeo arriva almeno tra i primi quattro? Approvando lo ius soli. Nel 2000 si riunirono Governo Schroeder, vertici del calcio e dello sport e decisero di valorizzare le risorse interne, quei figli di immigrati che eccellevano nello sport. Con un investimento fortissimo nei settori giovanili, centri federali calcistici regionali. Ora in nazionale militano i Khedira, gli Ozil e i Boateng. Tutti campioni della Germania con origine straniera. Oggi la Germania è campione del Mondo in carica”.
E’ utile anche interrogarsi come mai la metà dei ragazzini che fanno sport a 11 anni poi a 14 si “perdono” letteralmente per strada. Si chiama drop out, per essere in, occorrerà forse recuperarli, e far giocare su un campo di calcio, basket, pallavolo o quello che volete voi tutti i bambini, facendoli sentire più italiani che si può.
Solo così a mio modesto avviso, se ne esce. Altrimenti avranno vinto Tavecchio e le sue banane.

Alberto Gottardo