Confesercenti Padova denuncia: la grande distribuzione anticipa i saldi anche a Padova

 

Linda Ghiraldo Presidente Fismo Confesercenti Padova, Vice presidente Confesercenti Veneto e neo eletta nella Presidenza Nazionale Fismo-Confesercenti
Saldi di fine stagione: siamo alle solite, alcune grandi catene che vendono abbigliamento, infrangono la legge e danno avvia alla concorrenza sleale dei saldi anticipati.

Anticipare la data di avvio dei saldi è concorrenza sleale, dichiara Linda Ghiraldo responsabile del settore moda della Confesercenti Padovana, a farlo non è qualche piccolo negozio in difficoltà che cerca di recuperare le mancate vendite ma sono soprattutto alcuni grandi magazzini che cercano di raggirare la legge sulle vendite straordinarie anticipando di fatto la data di inizio del saldi stabilita dalla Regione veneto per Sabato 5 luglio.
Sono migliaia i consumatori che in questi giorni stanno ricevendo sms dai gestori di questi grandi magazzini che, in modo riservato, li invitano ad acquistare in questo periodo con sconti fino al 50%.

La Legge sulle vendite straordinarie è chiarissima: non si possono fare vendite promozionali nei 30 giorni precedenti l’avvio dei saldi e quindi dal 6 giugno al 4 luglio.
Ed ecco allora la scappatoia, non pubblicizziamo gli sconti a tutti ma inviamo sms ai titolari di card fedeltà, o ai clienti comunicando lo sconto loro riservato.
Se poi si entra nei grandi magazzini non ci sono le indicazioni delle percentuali di sconto ma dei semplici cartelli colorati che graduano la percentuale di sconto o altri stratagemmi.
Anche Padova non è immune da queste ‘furbizie’ e le stiamo segnalando agli organi di controllo continua la Presidente Linda Ghiraldo.
Và precisato continua la Presidente Ghiraldo che con la sentenza del 15.07.2004 il TAR del Lazio ha stabilito che anche se praticata solo in favore di una clientela in possesso di eventuali card o altri titoli fedeltà, l’invio di messaggi che annunciano l’applicazione di sconti è considerata vendita straordinaria di fine stagione ed è quindi non regolare.

Il mancato rispetto dell’unica regola che oggi esiste nel commercio al dettaglio, continua Ghiraldo, e che vuole tutelare i consumatori e non i commercianti , non solo costituisce violazione alla legge vigente ma anche concorrenza sleale che se esercitata da imprese che si trovano in posizione dominante sul mercato con lo scopo di vincolare i clienti alle proprie vendite costituisce atto di concorrenza sleale e per tale motivo segnaleremo le azioni di queste aziende al Garante della concorrenza e del mercato.