Crocchette a rischio per cani e gatti. Due esemplari morti di avvelenamento a Treviso

 

Le analisi dei tecnici del laboratorio zooprofilattico di Legnaro confermano che esiste una partita di mangimi animali avvelenata. ne da notizia oggi anche il Corriere della Sera che scrive di due cani morti e un’azienda di cibo per animali sotto accusa per aver utilizzato, nella fabbricazione degli alimenti, farina contenente melamina, la stessa sostanza tossica del latte cinese. Fra novembre e dicembre dello scorso anno, un’allevatrice di cani di San Fior, Treviso, richiede all’Istituto zooprofilattico delle Venezie un esame autoptico su un maltese e un lhasa apso (piccolo cane di compagnia) morti per nefrite e blocchi renali sospetti.  Il veterinario fornisce alcuni referti, fra cui un campione di mangime. «L’esame ha rivelato che il prodotto conteneva melamina, utilizzata per produrre plastiche e vietata nell’alimentazione, in cui determina un falso aumento del valore proteico. Perciò il consumo del mangime era in diretta relazione con il decesso degli animali», spiega Stefano Marangon, direttore sanitario dello Zooprofilattico. A preoccuparsi sono gli animalisti. Esce un comunicato della Lega anticaccia del Veneto che mette in guardia i proprietari di cani e gatti riguardo alla probabilità che circolino in commercio crocchette contaminate. Poi gli Animalisti italiani chiedono al ministero della Salute di rendere noto il nome della ditta: «Se la gente ha il prodotto in casa, ha il diritto di sapere », dice il direttore scientifico Ilaria Ferri. La senatrice dei Radicali-Pd Donatella Poretti presenta un’interrogazione: «La questione è grave — dice —. La vita degli animali ha molta importanza e ritengo che chiarezza e informazione siano il punto di partenza necessario a evitare ogni allarmismo». E Carlotta Bernasconi, vice presidente della Federazione nazionale dell’Ordine dei Veterinari, aggiunge: «C’è chi ha scorte di cibo contaminato e lo ignora: va comunicato immediatamente ». Ieri la svolta. Il ministero della Salute ha reso pubblico il nome dell’azienda. Si tratta della Diusapet di Marzano, in provincia di Pavia, che realizza prodotti in proprio ma anche farine per conto terzi.