“Poveri” nella casa Ater, a Padova la stangata della Guardia di finanza

 

Altro colpo degli uomini della Guardia di finanza di Padova, che hanno concluso una serie di controlli volti a stanare evasori fiscali che usufruiscono indebitamente dei servizi sociali destinati alla fascia più povera della popolazione. L’indagine degli uomini agli ordini del colonnello Ivano Maccani sono partite da un riscontro da una serie di controlli incrociati in collaborazione con l’azienda regionale dell’edilizia territoriale. I controlli hanno consentito di accertare che un appartamento dell’Ater in uso ad una donna, teoricamente in difficoltà economiche, di fatto ripresasi gagliardamente grazie all’attività di “affittacamere” che veniva svolta in un alloggio del primo centro storico. La padovana, di origine straniera, aveva pensato di sfruttare la posizione centrale dell’appartamento assegnatole per farne un bed&breakfast per i turisti in visita alla città del Santo. Sulla rete internet il bed&breakfast era pubblicizzato come un “posto bellissimo, tra le antiche mura di Padova, immerso nel verde, con un giardino privato e un laghetto”.

Tra quelle indicate sul sito internet, la soluzione alloggiativa più economica era denominata “Country” (dai 75 euro ai 110 euro per notte). Per i clienti con maggiori pretese, c’era anche la camera “Elegance”.

Tra i casi più significativi scoperti dai finanzieri anche quello di un “furbetto” imprenditore patavino, titolare di una ditta operante nel commercio di attrezzature agricole e di un call center, che dal 2008 ad oggi ha presentato certificazioni ISEE con redditi pari a zero, ottenendo dal Comune di Padova agevolazioni per l’acquisto di medicinali e una casa dall’A.T.E.R. con la speranza che la sua posizione di falso indigente non venisse mai scoperta.

Questo falso povero, segnalato dall’Ufficio Servizi Demografici e Politiche Abitative del