Poltrone comunali: una corsa che si spera trasparente (anche se la poltronissima è già andata)

 

altC’è il bicchiere mezzo pieno e quello mezzo vuoto. Quello mezzo pieno ci dice che sulle nomine alle controllate del Comune stanno emergendo nomi di assoluto livello. Uno su tutti quello di Amedeo Levorato per il posto in consiglio di amministrazione di Aps. Sarebbe una di quelle rare occasioni in cui la politica riesce a mettere l’uomo giusto al posto giusto nel momento giusto.
Levorato infatti è di fatto il “papà” del tram: riuscì da presidente di Aps a mettere in opera il tratto Stazione – Pontevigodarzere nel periodo post Lehman Brothers, con ricavi calanti e senza fondi ministeriali. Un’impresa titanica e per una volta, senza nemmeno quel venticello di pasticci che invece ha spirato e spira a volte sulle grandi opere padovane. La stessa posizione di chi ora dovrà decidere, nel caso si dia corso al progetto, come fare e finanziare la nuova linea Voltabarozzo – Stazione, che in questi tre anni ha fatto lentissimi progressi e certo non sarà in progetto esecutivo per la fine di questo mandato della coppia Giordani/Lorenzoni.
Amedeo Levorato ha un curriculum di tutto rispetto, ed anzi probabilmente molti al suo posto non si “abbasserebbero” a tornare in un CdA che hanno presieduto. Ma chi lo conosce, ed io sono tra coloro che hanno questa fortuna, sa quanto Amedeo Levorato sia una persona dalla grande passione civile, e quindi sarebbe davvero difficile spiegare ai padovani che si è trovata una persona con un profilo più adatto del suo. Leggo sulla stampa più amica dell’amministrazione, il Mattino di Padova un articolo in cui si sostiene che Marizio Saia non sarebbe invece adatto al ruolo di presidente del Maap. Perchè, tesi di fondo dell’articolo a firma di Luca Preziusi, avrebbe il peccato originale di essere di provenienza “fascista” e quindi andrebbe di traverso alla componente arancione dell’attuale maggioranza. Viene poi definita provocatoria la candidatura di Amedeo Levorato. Aggettivazione che avrà fatto sorridere il diretto interessato che infatti su facebook chiosa: “Più che “provocatoria” (perchè poi provocatoria? Se uno vuole servire la città è provocatorio? A giudicare dalla situazione post-Covid i ricavi sono in discesa e i costi in salita, proprio come nel 2008, quando fu terminato il tram in piena crisi economica post-Lehman…), direi legittima, in quanto ho risposto ad un bando pubblicato sul sito Padovanet, aperto a tutti i cittadini, e firmato dal sindaco Sergio Giordani. Si tratta di una iniziativa coraggiosa e innovativa del Sindaco civico perche’ quasi mai nel passato i partiti padovani hanno scelto la strada della consultazione civica per valutare la nomina di amministratori delle aziende pubbliche. Godo dei diritti di cittadinanza e dell’elettorato attivo e passivo, sono incensurato e non sono mai stato neppure richiamato per cattiva condotta. Non sono neppure in pensione. Il mio cv esprime le necessarie referenze in quanto sono stato consigliere, vicepresidente e presidente di APS. Quindi permettetemi di essere come tutti gli altri, non provocatorio. Poi, la decisione spetta al Sindaco”. E il bicchiere mezzo vuoto quel è, si domanderà il lettore che con sprezzante eroismo è arrivato alla fine di questo mio scritto. Manca dalle poltrone messe in palio ai più bravi, quello del Consiglio di amministrazione in Hera. Quello è andato ad Alessandro Melcarne, nato a Latina, fino a tre anni fa semi sconosciuto ai più, ma molto vicino a chi conta davvero a Palazzo Moroni. Sul pomo della discordia c’era scritto “alla più bella”. Sulla poltrona in Hera c’era evidentemente scritto a Melcarne. E quindi fuori dal bando. Nessuna discordia così.

Alberto Gottardo