Duecento sindaci a convegno a Padova. Zanonato: “Trovare un’uscita dal patto di stabilità”

 

©BergamaschiI sindaci del nord, quasi duecento, che si sono riuniti a Padova oggi, andranno a Roma chiedendo un incontro con il presidente della Camera Gianfranco Fini il prossimo 9 dicembre.
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“Contiamo di manifestare chiaramente il nostro disagio – ha spiegato alla fine dell’assise padovana il sindaco di Padova Flavio Zanonato – ci sono una serie di inizitive antifederali che mettono in difficoltà oi primi cittadini: la compensazione dall’abolizione dell’Ici che non arriva, il patto di stabilità che non mette in condizione le amministrazioni comunali di funzionare ed investire, il catasto che secondo la legge Bassanini indicava come competenza dei comuni e che invece ora è sparita come ipotesi. Non è inoltre ragionevole che un comune che dismette una parte di patrimonio poi non può utilizzare quei fondi e che il piano di opere che dovrebbero rilanciare il Paese parta solo attraverso i grandi appalti. Scendere a Roma, magari anche se la finanziaria è ancora in itinere non porterà a grandi risultati ma daremo un segnale forte e univoco al di là delle appartenenze dei singoli sindaci: il Governo deve ascoltarci e dare delle risposte ai sindaci ed ai cittadini”.
“Abbiamo invitato i colleghi di Lombardia, Pimonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia, ma abbiamo delegazioni anche da Emilia Roimagna e Toscana – spiega il sindaco di Padova Flavio Zanonato, promotore dell’iniziativa – vogliamo rilanciare la proposta del 20 per cento dell’Irpef e comunque un meccanismo di recupero dell’Ici che è stata abolita a livello centrale senza che ai comuni sia stata data una risorsa sostitutiva. A Padova riusciremo quest’anno a chiudere comunque in pareggio, ma siamo costretti a tagliare su voci di spesa come le manutenzioni. E a furia di tagliare di anno in anno poi i problemi per strade e fognature ad esempio andranno ad aumentare negli anni a venire. Si deve uscire dalla logica del contenimento della spesa trattando tutti i comuni come se fossero centri di spreco, sono invece in moltissimi casi centri di servizi essenziali per la cittadinanza”.
Presente alla riunione anche il sindaco di Vicenza Achille Variati che ha sottolineato come “l’arrabbiatura dei sindaci è quella dei cittadini. Aspettiamo da troppo tempo che il Governo passi dalle parole ai fatti mettendo in condizione i primi cittadini di dare risposte alle esigenze del territorio”.
Nutrita la componente piemontese dei sindaci, guidati da Maria Luisa Simone, sindaco di None (Torino) che ha annunciato la proposta di una dimissione di massa dei sindaci.
“Siamo tutti commissariati – ha detto il sindaco di None – io proporrò di individuare un giorno in cui i sindaci si dimettano e spediscano la fascia tricolore a Roma. Nella zona del pinarolese da cui provengo abbiamo fatto di tutto per evitare il fallimento della Indesit e delle altre aziende della zona e poi a cusa del patto di stabilità siamo noi sindaci, che non possiamo pagare i lavori appaltati, a promuovere i fallimenti delle società nostre creditrici. La situazione attuale non è più tollerabile”.