Elezioni a Padova, Fiore non rispetta il verdetto delle primarie

 

Il candidato alle Primarie di Padova Francesco Fiore, candidato da Padova 2020 e sconfitto dal sindaco uscente Ivo Rossi alle consultazioni del 2 febbraio, si candiderà ugualmente alle prossime elezioni. lo ha reso noto lo stesso Fiore nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi a palazzo Moroni. Decisione ribadita anche da un lungo comunicato che riportiamo qui sotto.
Il sindaco reggente Ivo Rossi dal canto suo replica: “Tutti i contendenti si sono impegnati a rispettare l’esito delle primarie e a non candidarsi contro il vincitore. Questo è quanto è stato stabilito ed è quanto avrei fatto io se fosse stato diverso l’esito delle primarie. Sono profondamente rammaricato per quanto accaduto, perché non ha precedenti.
Penso che chi si candida a guidare la città debba avere un primo requisito che è quello del rispetto del principio di legalità, perché dobbiamo essere i primi a essere rispettosi delle norme, qualunque esse siano. Dobbiamo essere soprattutto leali.
Lascio il giudizio sul comportamento agli oltre settemila cittadini che sono andati alle urne delle primarie nonostante il maltempo, mettendoci la faccia. Quei cittadini di sicuro ritenevano che quell’esito, quel loro contributo, sarebbe stato rispettato. A essere calpestato è il più grande partito che c’è in questo Paese, il Partito democratico e le settemila persone che in buona fede sono andate ad esprimere una propria opinione. Queste cose vanno rispettate, se manca questo elemento nessuna comunità può funzionare. La lealtà e il rispetto delle norme sono requisiti essenziali”.

Questo il comunicato affidato a facebook da Francesco Fiore:
“Per 4 settimane mi sono sfinito per arrivare a scrivere assieme con gli alleati un VERO programma di coalizione, come previsto dai patti. A dicembre Padova 2020 ha votato liberamente di correre alle primarie e lo ha fatto perché i patti prevedevano (art. 7.3: ‘Le forze politiche e civiche della coalizione si vincolano a sostenere durante tutto il mandato il programma di governo della città, che sarà frutto delle proposte avanzate dal candidato vincitore ed integrato dai contributi delle altre forze politiche, tenendo conto dell’esito delle primarie.’) che anche avendo perso avremmo potuto lo stesso contaminare la coalizione con le nostre idee in base ai voti che avremmo preso. I patti non erano ‘chi vince prende tutto’, e nemmeno ‘chi vince tira qualche osso da rosicchiare anche agli altri’ (come forse era l’abitudine in passato).
Per 4 settimane mi sono speso per farli rispettare questi patti, ho cercato di esserne il garante.
Il patto o è tutto valido oppure non c’è più il patto.
Alla macchina del fango non rispondo perché le menzogne che vengono fatte circolare ad arte sono evidenti a tutti e stanno già diventando un boomerang.
Sia chiaro che chi è indignato sono io e siamo noi di Padova 2020, e chi si deve sedere sul banco degli imputati è Ivo Rossi che non ha voluto fare quelle concessioni di sostanza nel programma che l’esito del voto delle primarie esigeva.
Ieri sera si è consumato un teatrino, ci è stato presentato un documento fotocopia di quello largamente insufficiente di giovedì scorso, e ci è stato detto prendere o lasciare.
Quindi siamo stati messi alla porta ‘gentilmente’.
Non sono riuscito nel mio obiettivo, anche se nel provarci sono arrivato quasi a mettermi contro, per un breve momento, Padova 2020 stessa, sfibrata da settimane di trattative ‘tira-e-molla’ condotte da persone professioniste da decenni nel fare praticamente solo questo.
La mia conclusione è che QUESTA classe dirigente del centrosinistra è evidentemente irriformabile e questo non è un problema per me o per Padova 2020, è un problema per la città e per chi si immagina un futuro in questa città.
Io credo che abbiamo perso tutti una grande occasione di fare assieme qualcosa di nuovo e molto, molto, innovativo.
Prendo atto che su temi cruciali come l’ospedale, il consumo di suolo, la fusione BusItalia-APS Holding la concezione di Rossi e dei dirigenti del centrosinistra è padronale, e cosa grave senza più neanche avere i voti e il consenso per esserlo.
Non si può assistere quotidianamente alle litanie sulla ‘crisi che cambia tutto’ e poi quando si discute sui programmi non è ammesso chiedere una correzione di rotta sostanziale, in certi punti, alle politiche del csx degli ultimi 10 anni.
Su questo non ci siamo piegati e ora chi ha rotto si assume le sue responsabilità. Noi ci assumiamo le nostre alla luce del sole senza tirarci indietro e a testa alta, sapendo di aver difeso la pluralità che i cittadini votando alle primarie avevano espresso e che se ci fossimo piegati sarebbe stata calpestata.
Detto questo Padova 2020 è un progetto che è nato per portare speranza e questo continuerà a fare, con più forza di prima e con molti più compagni di viaggio di prima che si sono aggiunti nelle ultime settimane. Si riparte dal nostro programma. Si riparte spiegando, nei prossimi giorni, cosa sta succedendo sopra la testa dei cittadini sui dossier ospedale e altri. Si riparte rimboccandosi le maniche e risolvendoci i problemi in prima persona”.