Elezioni comunali a Padova: Jacopo Silva inizia a presentare il “suo” programma su tasse e scuola

 

Riportare Padova in cima alla classifica degli investimenti sulle scuole, sulla cultura dei più giovani, sui servizi per i bambini e per il doposcuola.
Bisogna investire nel nostro futuro e nessuno deve rimanere indietro.
“E’ l’impegno concreto che Padova deve prendersi con il proprio futuro” spiega Jacopo Silva, alla testa di UNA LISTA CIVICA di centrosinistra.

Purtroppo non è ancora diffusa l’abitudine tra i politici di guardare ai fatti in modo trasparente, con numeri e confronti ragionati con città simili o città vicine. Senza dati tutte le polemiche sono difficilmente comprensibili.
Abbiamo studiato a lungo i bilanci di città interessanti perché vicine a Padova, in Veneto, o perché comunque molto simili per dimensione e potenzialità. Come Verona, Vicenza, Brescia, Reggio Emilia, Trieste.
Nel mondo del lavoro è normale guardare con curiosità a vicini e concorrenti per capire bene se si può migliorare e da tempo alcune leggi impongono ai Comuni di pubblicare i dati in modo trasparente. Tuttavia non è ancora così facile trovare i numeri, che spesso sono confusi e nascosti in relazioni di migliaia di pagine.

Abbiamo fatto un lavoro di ricerca che presenteremo, materia per materia, per confrontare Padova con le città simili. Il primo dato che emerge chiaramente è quello delle imposte e tributi comunali per abitante. Le cosiddette “Entrate Tributarie – Titolo 1” ovvero le imposizioni decise dal Comune e che restano al Comune. Niente alibi quindi, non è lo Stato centrale e non è altrove la decisione. Questo parametro ci mostra quanto chiede “il condominio” ai suoi abitanti ogni anno e il dato padovano è davvero molto forte. Padova è la città più cara tra tutte quelle prese in considerazione!
Il Comune di Padova ha chiesto a ogni suo abitante 812 euro nell’ultimo anno a Brescia sono 720, a Verona 796, a Vicenza 669, a Treviso solo 438!
La nostra analisi e confronto con i vicini continua poi con un approfondimento su un tema molto importante: la Istruzione, le Scuole. Guardando la voce di spesa dedicata all’Istruzione emerge che se si considera l’intero settore, comprendendo quindi asili nido, mense, manutenzione delle scuole elementari (oggi “primarie”) e medie (oggi “secondarie inferiori”), percorsi professionali, etc. a Padova siamo a livelli davvero bassissimi. Peggio di noi solo Treviso ma ci sono città che spendono più del doppio. È questo l’investimento che vogliamo fare a Padova per dare servizi di qualità ai bambini, ai ragazzi che stanno studiando, agli asili nido, alla formazione del nostro futuro?

Il Comune di Padova ha speso nell’ultimo anno solo 78 euro per abitante nei servizi per l’Istruzione, a Verona ne hanno investiti ben 158, a Vicenza 119, a Trieste 160, a Brescia 191 e a Reggio Emilia 132.
Negli ultimi tre anni sono stati cancellati i servizi doposcuola che fornivano sostegno agli studenti delle scuole elementari in quartieri delicati come Mortise e Guizza; l’unico nastro tagliato in una scuola da Massimo Bitonci è stato quello alla elementare Breda, per giunta quando non era più sindaco, contestato dalle mamme che sono riuscite ad avere i fondi necessari ai lavori solo dalla Fondazione Cassa di Risparmio, dato che il Comune non ha investito in ampliamenti e manutenzioni.
Ed i nodi stanno già venendo al pettine: basti guardare ai due crolli registrati negli ultimi mesi alla scuola elementare di piazza Mazzini Edmondo De Amicis ed alla scuola materna Peter Pan di via Montanari.

Questi numeri riassumono la città di Padova, oggi in grandissima difficoltà soprattutto dopo i due anni disastrosi dell’amministrazione Bitonci. Una città troppo cara e con servizi di bassa qualità.
Continueremo la nostra analisi e presenteremo altri confronti, solo guardando agli altri si può avere un vero giudizio su come vanno le cose qui. Ci vuole trasparenza e voglia vera di migliorare. Questo metodo dovrebbe essere applicato sempre e noi lo faremo anche dopo le elezioni.