ETF (Exchange Trade Fund): adesso sono anche verdi. I motivi della crescita

 

A giugno hanno raggiunto la già ragguardevole cifra di mille miliardi raccolti, ed entro cinque anni il volume di affari potrebbe addirittura raddoppiare. Il mercato attorno agli ETF (Exchange Trade Fund) è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi 10 anni, ed ora è difficile prevedere fin dove possa spingersi. Ad oggi, probabilmente, sono il prodotto finanziario più amato da tutti gli investitori, piccoli e grandi. Il punto di forza degli ETF potrebbe nascondersi proprio nella capacità di risultare appetibile davvero per tutte le tasche.

Perché gli ETF piacciono così tanto? E perché, soprattutto, continuano a piacere dopo tanti anni (sono stati introdotti, per la prima volta, alla fine degli anni ‘80)? Innanzitutto, ricordiamo che gli ETF sono una variante dei fondi comune di investimento, da cui si differenziano principalmente per la gestione passiva. Ciò significa, in parole povere, che mentre i fondi comuni, a gestione attiva, hanno come obiettivo quello di battere il mercato, fornendo rendimenti superiori, gli ETF si “limitano” a replicare un indice di riferimento, ad esempio l’oro. Meno guadagni, forse, meno rischi, sicuramente. 

Con il tempo, i gestori di ETF hanno affinato le strategie, soprattutto in materia di diversificazione, consentendo una ulteriore riduzione dei rischi connessi agli investimenti globali. I costi di commissione sono tra i più bassi presenti sulla piazza. Ecco perché, dunque, si diceva che gli ETF fossero uno strumento per tutte le tasche. Investimenti un tempo inaccessibili sono diventati, con il tempo, terra di conquista anche per chi non ha alle spalle capitali faraonici. E non finisce qui, perché ormai anche gli investitori istituzionali si servono degli ETF, e ciò fa sì che questi continuino a sperimentare una crescita sempre più marcata. Il progresso tecnologico che il mondo degli affari ha conosciuto in questi anni, inoltre, si aggancia perfettamente alla versatilità degli ETF, per natura strumenti “smart”, decisamente meno farraginosi dei loro cugini tradizionali; una versatilità che significa anche grande innovazione del prodotto e possibilità di creare portafogli con strategie sempre differenti, a tutto vantaggio degli investitori. Ce n’è, davvero, per tutti i gusti.  

È arrivato da poco in Italia il Fondo di Lyxor, che si aggancia all’indice Solactive Green Bond Eur USD Ig Index. Si tratta di un fondo “green”, che consente di ampliare ancora l’offerta di mercato relativa agli ETF. I fondi verdi oggi vedono un mercato da oltre 500 miliardi, ed anche qui la crescita appare inarrestabile. Per essere un indice verde occorre rispettare un preciso standard in materia, il Climate Bonds Standard. I fondi verdi, come quello di Lyxor (che include 267 green bond, di cui oltre il 20% con rating AAA, il 26% circa con AA ed il 30% con A), hanno un obiettivo ambizioso: stimolare la transizione verso un’economia sostenibile. Dai guadagni privati, si sta rapidamente passando a grossi piani di mutamento nel paradigma di accumulazione del capitale, a testimonianza di quanto peso ricoprano oggi gli ETF, e del volume di affari che gira attorno ad essi. Come detto, anche su questo versante, gli investitori stanno rispondendo all’appello con entusiasmo. Sarà interessante assistere da vicino a questo spettacolo.