Filippo di Tornaforte contrattacca sul Prato della Valle

 

Ho letto oggi l’intervento di Paolo Giacon, a nome del PD, su “Il Gazzettino” in risposta al mio, relativo alla mancanza di una piano architettonico/urbanistico che tuteli le bellezze di Padova per renderle sempre più appetibili al turista ed al cittadino. Peculiarità uniche sia dal lato artistico ed architettonico/paesaggistico sia, in modo particolare, relative alle nostre tradizioni culturali, culinarie, artigianali e commerciali.
Giacon nel rispondermi si abbarbica sul fatto che io ragionerei come un “nonno” e che la città è cambiata, eh già, e che deve “aprirsi all’esterno” e non “chiudersi in un micromondo dorato”, innanzitutto lo ringrazio perchè se noi giovani ragionassimo tutti come i nostri nonni avremmo un’Italia migliore!
Non voglio rubare troppo spazio quindi rispondo velocemente.  Nessuno meglio di me, vista la mia professione e la mia costante presente nelle maggiori capitali occidentali, sa cosa significa dare a Padova un volto ed un ruolo internazionale. Per questo con “Vivi Padova” abbiamo candidato la città a sede dell’Agenzia Europea per il Turismo, ente importantissimo dell’U.E, e per questo vogliamo lanciare qui il progetto Cultura Viva con il sostegno delle Istituzioni Nazionali. Caro Giacon, essere internazionali ed aperti non significa perpetrare “boiate architettoniche ed urbanistiche” con la presunzione di dare un volto “moderno” alla città. Queste scelte le fanno i piccoli centri periferici non città del taglio di Padova che Shakespeare stesso definì “Culla delle arti e delle scienze”. Città come Parigi, Lione, Salisburgo, Monaco, e la stessa Londra, hanno avuto il coraggio di “riportare all’antico splendore” intere aree ricostruendo gli antichi palazzi demoliti, le illuminazioni con lampioni ottocenteschi, piazze arredate con pavimentazioni e panchine dal design originale dell’epoca in cui furono pensate. Arrivando anche a progettare delle apposite edicole in stile consono alla storia delle rispettive città. Questo a Padova non succede anzi si fa l’opposto, si mettono “cabine d’acciaio” in Piazza Cavour con lampioni e panchine alla “star trek”. Perchè accade tutto ciò? Per la modesta capacità degli amministratori che, evidentemente, il mondo lo hanno visitato poco e superficialmente e che hanno una visione mediocre, limitata, spesso indecifrabile.  Amministratori che, cari amici del Partito Democratico, si fanno riempire la testa di stupidaggini da architetti definiti “di grido”, che io bandirei dal suolo italico, come quelli che stanno intervenendo su Padova. Ben vengano le grandi opere come l’Auditorium, la revisione del Foro Boario, ma che siano studiate in modo da rispettare Padova nel suo intimo essere di “culla delle arti”  in modo che possa essere sede di eventi internazionali per continuare ad essere l’amatissima casa di tutti noi padovani e dei milioni di turisti che la visitano proprio in virtù della sua antica bellezza.

Filippo Bruno di Tornaforte
Presidente di ViVi Padova!