Il flop di Expo Bici un ennesimo bruttissimo presagio per la fiera di Padova: la città può permettersi tutto questo?

 

Insulti sul web, parcheggi desolatamente vuoti. E mica perchè ad Expo bici gli aficionados della pedivella ci siano andati appunto sulla due ruote. Ad Expo bici, quella che doveva essere la risposta padovana al trionfo di Cosmo bike expo tenutosi la settimana scorsa a Verona, non ci sono proprio andati i tanti appassionati del velocipede. Lo testimoniano le foto che girano in rete. Un flop orrendo, oltre l’imbarazzante. (Clicca qui per leggere il resoconto che della prima giornata di Expobici fa Davide D’Attino sul Corriere del Veneto) Era già successo a Padova. La Fiera aveva fatto crescere il Bike expo, la fiera della motociletta. Poi era riuscita a perderla a favore della fiera di Verona. La stessa cosa è successa con la due ruote senza motore. I 50 mila visitatori che poteva fare Padova li ha fatti Verona. Una storia che si replica anche in altri settori, basta pensare a quanto la scuola medica scaligera si sia avvantaggiata dalle inefficienze padovane: in primis un ospedale che quanto a strutture fa acqua da tutte le parti ( a volte letteralmente) e, è bene dirlo, anche certe baronie che hanno costretto alcuni capaci ma non meritevoli di protezione dal barone di turno, ad emigrare cento chilometri più a ovest. 
Anche nel campo della Fiera il merito non ha certo dato ragione alla voglia di palingenesi che ad un dato momento ha pervaso l’azionista di maggioranza GL Events. Per il momento il nuovo corso ha prodotto fiere perse, un Flormart che più sottotono di così non si poteva, e nuove fiere che verranno messe alla prova del pubblico in questo autunno glaciale sul fronte delle visite. Sembra quasi in piccolo la sorte toccata alla città di Padova: “privatizzata” con un sindaco commercialista che aveva promesso di fare miracoli. Ed invece ha perso finanziamenti per grandi opere (60 milioni di euro per il nuovo tram stazione – stadio e 150milioni di euro stanziati dalla Regione per la posa della prima pietra del nuovo ospedale a Padova ovest solo per fare due esempi macroscopici) senza centrare nessuna delle molte promesse della campagna elettorale. Intanto a Venezia il tram arriva fino in laguna e presto anche a Campalto. Persino quel “campagnolo” (autodefinizio sua) di Brugnaroè stato talmente “mona” come si dice in Veneto, da dire di no ad opere già progettate e finanziate. A Padova invece è successo. E se c’è chi se la ride, certo non sono ristoratori, commercianti e albergatori, che della montagna di promesse, hanno visto nascere solo un fagiolino, alla Stanga. Davvero poco per un anno e mezzo di amministrazione, che è stata la … fiera delle occasioni perse.

Alberto Gottardo