L’appello del deputato Pd Rosetellato: “Continuare il recupero dei detenuti del carcere Due Palazzi alla comunità civile attraverso il lavoro”

 

Gessica Rostellato, deputata del Partito Democratico, ha presentato una interrogazione al Governo sul rischio che alcuni detenuti presenti nel carcere di Padova possano essere spostati in altre strutture, interrompendo così il loro percorso di recupero che si sta sviluppando in maniera positiva nell’istituto della città del Santo.
“Nel mese Aprire 2015, era stato programmato il trasferimento di cento detenuti delle sezioni di Alta Sicurezza di Padova presso altri istituti.A seguito della mobilitazione di molte realtà del volontariato, cooperative, operatori, scuola e Università, l’associazione ‘Ristretti Orizzonti’ e anche grazie ad una nuova circolare sulle “declassificazioni”, alcuni trasferimenti sono stati evitati.
Molti ancora rischiano di vedere vanificato il percorso trattamentale fino ad ora svolto, a causa di valutazioni sulla personalità che si rifanno a episodi ormai di venti o trent’anni addietro.

La casa circondariale di Padova è un carcere-laboratorio, dove si sperimentano forme di pena “dignitose e sensate”, tese alla rieducazione del detenuto. Vi è l’umanizzazione vera dei rapporti delle persone detenute con le famiglie, attraverso due telefonate in più per tutti, la possibilità di chiamare indistintamente telefoni fissi e cellulari, l’uso di Skype per i colloqui, anche per i detenuti di Alta Sicurezza, se le famiglie sono troppo lontane.
Se questi detenuti non saranno ‘declassificati’ cioè portati ad un livello che permetta loro di rimanere a Padova, potrebbe arrivare il loro trasferimento immediato in altro istituto di detenuti che da anni sono in 41bis e che nella Casa di reclusione hanno già avviato percorsi rieducativi con ottimi risultati”.
“A differenza di ciò che si potrebbe intendere – continua Gessica Rostellato – la declassificazione non dà grandi vantaggi, anzi, è una vita per certi versi ancora più dura per chi, abituato ai “ghetti rassicuranti” dell’Alta Sicurezza, si ritrova nelle sezioni comuni: perde, se ce l’aveva, la cella singola (l’unica condizione accettabile per chi ha una pena lunga o l’ergastolo), si deve confrontare con un mondo di sofferenza, confusione, incertezza, come sono oggi le sezioni di media sicurezza. Quindi chi chiede di essere declassificato chiede di perdere qualche piccolissimo vantaggio, ma anche uno status di “cattivo per sempre”, e accetta di confrontarsi con le contraddizioni, i disagi, il disordine delle sezioni comuni”.

“Mi auguro fortemente – conclude la deputata – che il Ministro si interessi a queste situazioni perché il nostro ordinamento parla chiaro ed intende il carcere come una occasione di recupero delle persone e non di punizione: interrompere il percorso di recupero che si sta sviluppando potrebbe portare gravi danni non solo ai detenuti ed alle loro famiglie, ma renderebbe vano lo sforzo collettivo fatto sin qui”.