La reporter non fa sgambetti solo in Ungheria: tanti i tifosi del tanto peggio tanto meglio anche qui da noi, solo che non ci mettono la faccia

 

Tutti indignati, giustamente, contro la reporter ungherese che prendeva a calci bambini e sgambettava padri di famiglia sul confine ungherese. L’hanno licenziata. La questione non si risolve lì, nè qui. Perchè sarebbe troppo comodo pensare che rimossa quella bestialità, il mondo dell’informazione europeo sia immune da colpe nel clima di xenofobia che si respira, specie ma non solo, nelle fasce culturalmente più deboli della nostra popolazione. Ce ne sono di sgambettatori, nelle tivù nazionali e locali, sui quotidiani. Specie in Italia. Certo non solo in Italia, ma non è che la diffusione di un certo qual gentismo razzisteggiante tra microfoni e taccuini europei possa assolvere. Ogni volta che viene riportata la notizia falsa dei 50 euro che anfrebbero agli immigrati, ogni volta che si monta un servizio per far sembrare che l’alternativa a certo fascioleghismo sia una accoglienza prona e incondizionata, ogni volta che si scrive clandestini anzichè richiedenti asilo, si compie uno sgambetto all’umanità che la maggioranza di queste persone in fuga cerca di portare in salvo. Incappucciati come quelli che tagliano le teste, un numero notevole di cronisti ed operatori dell’informazione stanno frullando cervelli riempiendo tg e pagine di giornale con notizie emulsionate ad hoc. Venderanno qualche copia in più forse, si farà un po’ di audience in più e certo c’è chi, mandante o collaterale utilizzatore finale di tanto terrore, guadagnerà da tutto ciò anche elettoralmente. Viene in mente a vedere certi tg quella strofa di Vasco Rossi, che a volte sa essere poeta: “Voi abili a tenere sempre un piede qua e uno là/ avrete un avvenire certo in questo mondo qua/ però la dignità dove l’avete persa/ E se per sopravvivere qualunque porcheria/ lasciate che succeda e dite “non è colpa mia”/ sorridete, gli spari sopra sono per noi”

 

Alberto Gottardo