Laurea per dipendenti pubblici: scontro tra Confservizi e Scienze Politiche

 

“Nel clima teso che contraddistingue gli atenei italiani dopo l’entrata in vigore della riforma Gelmini c’è il rischio concreto che attività formative fin qui condotte in collaborazione con l’Università possano essere accantonate. E’ un segnale preoccupante quello che arriva dalla Facoltà di Scienze politiche dell’Ateneo di Padova”.
A lanciare il grido d’allarme è il direttore di Confservizi Veneto Nicola Mazzonetto: “Da quattro anni la nostra associazione svolge legalmente, nel pieno rispetto delle convenzioni redatte con la stessa università, attività formative rivolte ai lavoratori, prevalentemente dei vari settori della pubblica amministrazione (Regione Veneto ed enti collegati, Asl, Province e Comuni), e delle aziende di servizi pubblici (Trenitalia, Acegas Aps, Veritas, Centro Veneto Servizi, Ecogest, Atv). Confservizi Veneto garantisce in questo modo un collegamento diretto e di altissimo profilo tra il mondo accademico ed il territorio. Il corpo docente è ben consapevole della qualità del servizio offerto ai nostri iscritti. Si tratta di corsi che contribuiscono ad elevare il grado di scolarizzazione all’interno della pubblica amministrazione grazie all’impegno di lavoratori e amministratori che dedicano il loro tempo allo studio”.
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“Il supporto didattico ed amministrativo che Confservizi Veneto assicura ai propri iscritti – aggiunge il presidente Lamberto Toscani – stimola la partecipazione ai corsi di laurea universitaria che registrano un costante aumento di studenti. Proprio per il grado di soddisfazione raggiunto i neo laureati con diploma triennale ci hanno sollecitato ad allargare il servizio anche alle lauree magistrali. Ci siamo confrontati a lungo con la Presidenza di facoltà chiedendo di indicarci quale fosse il percorso formativo più idoneo, ben consapevoli che le scelte non spettano all’associazione, bensì alla stessa Presidenza e al Consiglio di facoltà. Ci dispiace essere stati coinvolti nostro malgrado in vicende interne al Consiglio di facoltà di cui apprendiamo dalla stampa. E’ nostra intenzione non prendere posizione verso o contro chiunque. Sollecitiamo piuttosto un rapido chiarimento e attendiamo ci vengano fornite precise indicazioni sul piano didattico, in maniera da fornire risposte concrete ad un patrimonio di domanda formativa che rischierebbe altrimenti di restare disatteso”.