Lavoro a Padova: la Zanardi riparte con la cooperazione e 500mila euro

 

Ogni condizione necessaria a garantire l’avvio dell’attività della neocostituita Lavoratori Zanardi società cooperativa è stata creata: occorre ora procedere alla sottoscrizione degli accordi sindacali, per consentire quanto prima la ripresa effettiva della produzione e dunque del lavoro dei soci.
Anche sul fronte delle risorse utili a sostenere la fase di start up, infatti, gli strumenti di promozione della cooperazione hanno mantenuto gli impegni assunti mettendo a disposizione della neonata realtà cooperativa 500mila euro: Coopfond spa, il fondo mutualistico della Lega delle Cooperative, lo scorso 31 luglio ha deliberato di partecipare al suo capitale sociale con una quota pari a 250mila euro. Altrettanto – e per un medesimo importo – aveva deciso qualche giorno prima (24 luglio) Cooperazione Finanza Impresa (CFI), la società partecipata dal Ministero dello Sviluppo economico che opera a sostegno della cooperazione, in particolare proprio nei processi di workers buy out come, appunto, quello che lo scorso maggio ha portato alla costituzione in cooperativa dei lavoratori Zanardi.

A questo punto serve l’accordo sindacale: solo questo, infatti, permetterà ai soci lavoratori di dare vita al nuovo progetto imprenditoriale e di definire con la procedura concorsuale i termini esatti dell’acquisto dei beni e di quanto necessario affinché la cooperativa possa iniziare la propria attività.
In quanto costituita da lavoratori dipendenti di una società sottoposta a concordato preventivo, la cooperativa gode infatti, ai sensi dell’art. 11 del D.L. “Destinazione Italia”, del diritto di prelazione per l’affitto o per l’acquisto dell’azienda, di rami d’azienda o del complesso di beni: si tratta di un elemento di vantaggio considerevole rispetto a qualsiasi altro soggetto che si proponesse in fase di procedura. Attualmente i lavoratori della Zanardi sono in cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS), e per loro resta necessario far partire la procedura di mobilità per poter avviare la capitalizzazione dell’impresa attraverso l’anticipo delle indennità di mobilità che si sommerà ai 500mila euro già deliberati da Coopfond e CFI.
Per accelerare questo percorso, Legacoop Veneto ha chiesto all’assessore provinciale al Lavoro Massimiliano Barison la convocazione di un tavolo con le organizzazioni sindacali, allo scopo di fare il punto sui passaggi compiuti e di sollecitare i diversi soggetti a fare ciascuno la propria parte: «Non nascondiamo una certa preoccupazione per talune posizioni assunte di recente da parte di alcune organizzazioni sindacali (in particolare da parte dell’ufficio legale della Cisl Padova) – sottolinea Devis Rizzo, che per Legacoop Veneto ha accompagnato l’operazione fin dall’inizio -: è stato prospettato un rischio per la continuità aziendale in realtà del tutto inesistente, fatto che ha bloccato la sottoscrizione dell’accordo sindacale».

«Che qualcuno ora “remi contro” mette a repentaglio non solo il progetto imprenditoriale della nuova cooperativa – aggiunge il direttore di Legacoop Veneto Franco Mognato -, ma anche lo stesso utilizzo della CIGS, di cui oggi usufruiscono i lavoratori. Vogliamo che le diverse posizioni emergano chiare e trasparenti nei tavoli opportuni, e che ciascuno si prenda le proprie responsabilità in merito». «Le iniziative di workers buy out – sottolinea ancora – possono essere una risposta alla crisi e finalizzano gli ammortizzatori sociali alla creazione di nuova imprenditorialità e nuovo lavoro. La cassa integrazione prima o poi finisce, e se certo come strumento resta comprensibile dal punto di vista dell’emergenza sociale, purtroppo in sé non genera lavoro. Con le operazioni di workers buy out, di cui nella nostra regione e nel Paese si sono visti diversi buoni esempi, creiamo impresa e occupazione. Diversamente da quanto stanno producendo, proprio nel nostro territorio, i processi di acquisizione da parte di gruppi privati, spesso stranieri, che mirano alle quote di mercato piuttosto che alla salvezza delle aziende e intervengono pesantemente sulle condizioni di lavoro. Una volta a regime la cooperativa Lavoratori Zanardi coinvolgerà circa 60 lavoratori. Alternative altre, al momento, non se ne conoscono. Con la cassa integrazione questo Paese non uscirà dalla crisi».