Lavoro: aumentano i contratti a termine specie nel terziario. Secondo l’analisi Ascom pesa l’incertezza elettorale

 

Sempre più contratti a termine.
“E’ un discorso che vale per tutta Italia (+26%) – commenta Giuliano Gazzea dell’ufficio gestione del personale dell’Ascom Confcommercio – ma che, visto dal nostro osservatorio concentrato su commercio, turismo e servizi, vale anche per Padova”.
Fatica dunque a decollare il contratto a tempo indeterminato anche se non mancano le richieste di personale, non sempre reperito con facilità.
“Se parliamo di ristorazione, le nostre imprese – riferiscono i tecnici dell’Ascom – sono alla ricerca di cameriere/i, bariste/i e cuoche/i, mentre nell’ambito del commercio è la figura della/del commessa/o quella più gettonata, mentre sono alla ricerca esclusivamente di amministrativi i servizi dove, per amministrativi, si intendono impiegati d’ordine, addetti alla segreteria e addetti all’inserimento data entry”.
Il problema è che pochi contratti sono a tempo indeterminato e, per contro, vengono privilegiati, come si è detto, i contratti a termine, i tirocini ed i contratti di apprendistato.
“Nonostante la ripresa stia favorendo un clima di maggior fiducia nei consumatori – commenta il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin – le imprese continuano ad essere “frenate” nella loro propensione all’investimento in risorse umane per il semplice motivo che non ravvisano ancora un consolidamento dei dati positivi ed anzi guardano con preoccupazione alla tornata elettorale che potrebbe riservare nuova instabilità”.
Dunque si procede “a vista” in attesa di maggiori certezze anche se due dati sembrano offrire un quadro in progressione positiva.
Da un lato, infatti, continuano ad essere particolarmente significativi i numeri della formazione targata Ascom, così come sembra positivo il trend dell’apertura di nuove attività, le cosiddette “partite Iva”.
“La nostra formazione – continua Bertin – ha raggiunto, nel corso del 2017, traguardi particolarmente significativi che, in sintesi, hanno significato 12mila ore di formazione con il coinvolgimento di 7mila allievi e 2.500 imprese”.
E se una buona fetta di queste ore sono state riservate a chi è già occupato (ed in questo modo consolida le proprie conoscenze che equivalgono ad una sorta di “assicurazione” per il mantenimento del posto di lavoro), un’altra parte consistente è appannaggio di chi fa della formazione il proprio trampolino di lancio verso nuovi ambiti lavorativi.
“E’ il caso – specifica Marco Italiano, responsabile di Ascom Formazione – della nostra Accademia Alimentare AAMA che, nel corso del 2017, ha realizzato più di venti corsi destinati a chi una professione intende impararla nell’ambito dell’alimentazione, settore che costituisce sicuramente uno degli approdi professionali attualmente più richiesti”.
Capitolo “partite IVA”. I dati nazionali dicono che nel periodo gennaio-novembre 2017, nelle regioni del Nord, l’incremento è stato del 40,7%, col commercio a fare la parte del leone col suo 23,3% del totale anche se, mentre servizi alle imprese e attività professionali crescono del 9,2% e dell’8,2%, il commercio registra una frenata del -11,1% e alloggio e ristorazione flettono del 2,3%.
“Vero è comunque – conclude il presidente Bertin – che il 19,6% di chi a novembre, in Italia, ha aperto una partita Iva, è nato all’estero ed è un ambito, quello delle imprese con titolare straniero, che registra la maggiore problematicità a rimanere sul mercato. Per la nostra esperienza padovana qualche volta per difficoltà oggettive, ma altre, soprattutto se guardiamo alla comunità cinese, per scelte non sempre trasparenti”.