L’economia padovana torna a correre dopo i lunghi anni della crisi: segno più su export e occupazione a Padova

 

L’economia locale fa perno sul buon momento del manifatturiero e del commercio al dettaglio per riaccendere la fiducia ed agganciare la crescita.
Gli ultimi indicatori disponibili sull’andamento dell’economia provinciale padovana, relativi al 1° semestre 2017 e in alcuni casi al 30 settembre, evidenziano luci ed ombre di un tessuto produttivo che dimostra ancora una volta capacità di reagire e voglia di guardare al futuro con ottimismo.

Nell’insieme si rileva un trend positivo che riguarda in particolare le dinamiche del fatturato (specie per manifatturiero e in parte commercio al dettaglio), dell’export, del mercato del lavoro (pur con un calo dei contratti a tempo indeterminato) e del turismo.

Gli indicatori del credito manifestano segnali contraddittori: all’aumento dei depositi bancari, dei prestiti alle famiglie e dei finanziamenti alle imprese manifatturiere, fa riscontro ancora un calo degli impieghi alle imprese delle costruzioni e del terziario.
Per l’insieme delle imprese industriali (manifatturiero e costruzioni) e del commercio al dettaglio, il fatturato registra una crescita del +1,1% su base annua, confermando quindi la ripresa in atto dal 2014. Il dato medio riflette l’aumento del fatturato sia delle imprese manifatturiere (+2,6%) che del commercio al dettaglio (+0,8%). In calo invece il fatturato delle costruzioni (-0,2%).
Guardando al mercato del lavoro, segnali positivi arrivano dall’andamento dei contratti di lavoro dipendente (fonte “Veneto Lavoro”), con un saldo tra assunzioni e cessazioni di + 7.565 unità nel 1° semestre 2017 (il risultato migliore dal 2008) che interessa tutti i principali macrosettori.

Per agricoltura e industria i risultati sono i migliori dal 2008, mentre per il terziario il saldo rimane in linea con i risultati dell’ultimo biennio e quindi al di sopra dei valori registrati tra il 2009 e il 2014. Tuttavia, questo andamento positivo è determinato dall’aumento dei contratti a tempo determinato e dalle altre forme contrattuali non stabili (somministrazione, apprendistato), dato il calo dei contratti a tempo indeterminato che presentano la percentuale più ridotta dell’ultimo decennio sul totale delle assunzioni effettuate nei primi sei mesi dell’anno.
Per quanto riguarda la base imprenditoriale, i dati di fonte Infocamere (aggiornati al 30 settembre 2017) indicano un arretramento contenuto dell’insieme delle imprese e unità locali registrate (-0,3%). In valori assoluti, le imprese attive sono 119.239 unità.

A livello settoriale la variazione complessiva risente delle flessioni che interessano costruzioni ed agricoltura (-1,5% in entrambi i casi), ma in parte anche manifatturiero (-0,6%) e commercio-turismo (-0,7%) come conseguenza soprattutto della contrazione di imprese nel commercio al dettaglio (-2%). Crescono ancora i servizi alle imprese (+0,6%) e in misura superiore quelli destinati alle persone (+2,3%).

Sempre positiva è la dinamica dell’export provinciale. Secondo i dati Istat l’aumento nel 1° semestre è del +4,8%, con indicatori particolarmente positivi per i settori della metalmeccanica, agroalimentare e strumenti medicali ed occhiali.
Per il turismo, i dati su base semestrale stimati dall’Assessorato al Turismo della Regione Veneto evidenziano una tendenza positiva per l’insieme dei flussi verso la provincia sia per gli arrivi (+6,6%) che per le presenze (+6,8%).

Per la clientela straniera, l’aggiornamento disponibile per il periodo gennaio-luglio (ricavato dall’indagine periodica della Banca d’Italia sul turismo internazionale) segnala una dinamica favorevole sia della spesa (+6,1%) che degli arrivi (+8,8%).
Aumentano le imprese turistiche attive (+1,2%): il dato è il più elevato dell’ultimo triennio e riflette in particolare l’aumento delle imprese nei servizi di alloggio.

Infine un occhio all’andamento del credito. I dati aggiornati al 31 luglio confermano la crescita dei depositi bancari (+2,9%) e il calo dei finanziamenti alle imprese, soprattutto per le flessioni di costruzioni (-20,7%) e servizi (-5,1%). Crescono invece i finanziamenti alle imprese manifatturiere (+6%) dopo 5 anni di negatività.
Per il credito alle famiglie la tendenza rimane positiva (+0,6%).