L’intervista ad Arturo Lorenzoni e il vuoto della politica: sul nuovo ospedale quante volte si cambierà ancora idea?

 

Credo che chi crede come chi scrive, che la politica sia una cosa seria, abbia provato, come chi scrive, un senso di nausea, o almeno un capogiro a leggere l’intervista di oggi di Arturo Lorenzoni. Perchè è la negazione della politica stessa, che si poggia, secondo chi scrive, su due cardini fondamentali: mantenere la parola data ed avere una idea precisa, certo non per forza monolitica, ma precisa, della città che si va a guidare.
Queste due caratteristiche appaiono parecchio sfumate nelle parole del vice sindaco Arturo Lorenzoni. Dice il vice sindaco: “Io e Sergio, non solo sul nuovo ospedale la pensiamo esattamente alla stessa maniera”. E furono abili a far passare il messaggio in campagna elettorale che si poteva fare sul vecchio sito di via Giustiniani, raccontando con tanto di foto con due bussolotti cilindrici, che lì era meglio.
“Basta cemento” gridava l’assemblea di Coalizione civica.
Adesso Arturo Lorenzoni dice: “Se qualcuno pensa di riuscire a convincerci che la soluzuone migliore sia un’altra, attraverso una dettagliata analisi costi-benefici, noi siamo pronti a cambiare idea”. Poi dice ancora Lorenzoni: “Non vogliamo un buco in città come a Mestre” pensando al dopo trasferimento. Ebbene, detto dall’assessore all’urbanistica fa un po’ pena poichè è proprio compito suo progettare la nuova città al posto dell’attuale polo ospedaliero. E un progetto nel cassetto, per altro c’è già. Per lo stesso motivo allora non si sarebbe trasferito il mercato coperto o il tribunale. Eppure al posto di quelle strutture sono nati nuovi pezzi di città, come il centro culturale San Gaetano, e il Maap nella nuova sede è diventato un grande Hub di livello europeo, cosa che non avrebbe potuto mai essere lì dov’era. Si guardi la storia urbanistica recente della città il vice sindaco e troverà casi di coraggio più che di conservazione. Appare invece che ora le idee nell’attuale classe dirigente siano poche e ben confuse. Complimenti. Chissà cosa ne pensa l’assemblea, sacra in campagna elettorale, dimenticata ora che il risultato è stato raggiunto. Tragicomica poi la posizione dei Pd: un assessore in Giunta con Arturo Lorenzoni, Antonio Bressa, era segretario cittadino quando non più tardi di tre anni fa si facevano convegni sull’utilità di spostare a Padova ovest il nuovo ospedale. Un altro assessore, Andrea Micalizzi, ha fatto la posa della prima pietra di quel nuovo ospedale a Padova Ovest. Un terzo, ora plenipotenziario portavoce del sindaco, Massimo Bettin, quando era in consiglio comunale, aveva fatto fuoco e fiamme su altre ipotesi, prima appunto sul nuovo su vecchio e poi sull’ipotesi a Padova est. Ora tutti in silenzio.

Alberto Gottardo