Dopo lo sgombero di Casetta Berta i padovani delle associazioni sfilano all’Arcella e chiedono spazio al dialogo ed alla cultura

 

Sabato sera si sono raccolte più di 300 persone in Via Callegari, fuori dai cancelli di Berta, chiusi dalla questura per mandato Ater. Chiusura che ha determinato un deciso passo indietro per la città e per il quartiere Arcella ed in particolare nell’area tra San Carlo e San Gregorio.

Abbiamo portato per le vie dell’Arcella lo spirito che anima Berta raccontando, cantando, iniziando a costruire un nuovo inizio là dove volevano mettere la parola fine: ci sono mattoni che soffocano e mattoni costruiscono. Con le sole risorse di decine di mani e teste, in quattro mesi abbiamo costruito centinaia di attività che hanno trovato riscontro e riconoscimento nel quartiere iniziando a ricucire un tessuto sociale frammentato con la necessaria pazienza che necessitano le trasformazioni sociali. Abbiamo imparato in questi mesi che se ci si organizza, insieme, ogni difficoltà può essere superata: così avverrà anche difronte a questo sgombero.
Giovani e anziani in piazza insieme, tante persone per strada, alle finestre che ascoltano, che applaudono, persone che avevano frequantato Berta trovandoci una casa, che lo avrebbero fatto in questi giorni,persone che ancora non avevano avuto modo di farlo.
Abbiamo raccontato le storie di Berta, del doposcuola, dello sportello psicologico e di quello salute, dei concerti gratuiti, della battaglia contro l’ingiusta legge regionale sulle case popolari. Le persone affacciate alle finestre hanno visto i colori, i sorrisi, i loro vicini in piazza con noi.

Le abitanti e gli abitanti della case popolari hanno visto ancora una volta le politiche dell’Ater, le scelte del presidente Zaramella come della giunta leghista, che sceglie l’abbandono e la svendita del patrimonio (lo hanno detto vari interventi di abitanti elencando gli appartamenti sfitti nei loro palazzi) anziche investire in manutenzioni e nell’ampliare il già misero patrimonio. Giunta regionale che ha scelto di aumentare i canoni di affitto per l’82% dei propri inquilini in un’estate d’inferno per migliaia di famiglie del Veneto.

Il bilancio dell’Ater è in attivo, significa che c’è una tassazione regressiva sulle spalle dei poveri, perché forse a palazzo Balbi credono che i poveri non si meritino nulla se non l’insicurezza sociale e la paura, ma la moblitazione contro la legge 39/2017 e la Casetta del Popolo Berta dimostrano che questa politica si può contrastare.

Le attività che Berta svolgeva dentro quello stabile sono necessarie per questo quartiere. Questo è un fatto. Faremo tutto quello che bisogna fare per riaprire Berta.
Siamo felici che parte dell’amministrazione di questa città abbia preso una posizione chiara a favore dell’esperienza sociale che Casetta Berta ha rappresentato, ci aspettiamo un impegno che faccia seguire i fatti alle dichiarazioni e ci aspettiamo che anche il Sindaco si muova a difesa della sua città contro un ente regionale che pare perseguire obbiettivi di altro tipo.

Nei prossimi giorni le attività di Berta non si fermano, a partire dal pranzo domenicale di oggi che si svolgerà ai giardini di via Piaggi agli sportelli che portermo avanti per le vie del quartiere.

RIAPRIAMO BERTA!