La galassia di civiche a Padova in cerca di un centro di gravita’ permanente

 

I dissapori dei giorni scorsi all’interno della Civica delle Civiche sono sfociati nella rottura. Ben quattro liste civiche, tra quelle che da settimane avevano dato vita a una cordata – di una decina di sigle di associazioni e movimenti «non allineati» – hanno deciso di rompere gli indugi. «Non ha senso rimanere in un gruppo sin troppo eterogeneo e inconcludente, che fatica a trovare un’identità e a fare sintesi», commenta l’avvocato padovano Salvatore Frattallone, di Padova Sicura. Il penalista spiega che la scelta è maturata dopo aver preso atto che «manca un progetto concreto per il bene dei padovani ma, soprattutto, la capacità di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Sicurezza contro l’illegalità diffusa e contrasto alla clandestinità sono priorità che non ammettono compromessi». «Non c’è più tempo da perdere», sbotta Angelo Spano, leader del movimento Siamo Tutti Cittadini Italiani, «perché ogni giorno che passa altre persone, colte dalla disperazione, si suicidano: noi vogliamo reagire, dando loro la speranza che sia possibile dare a Padova nuove opportunità, senza restare passivi ad aspettare di sapere quello che altri discutono nei salotti della politica locale. Vogliamo essere la spina nel fianco della mala politica. I cittadini sono stufi e dicono: basta casta». «Scarso confronto interno e troppo attendismo» sono per Adolfo Cappelli le cause della scissione: per l’esponente cittadino di AUA, infatti, «si andrà a votare fra meno di due mesi e i padovani hanno diritto di sapere chi sarà il candidato sindaco e con quali programmi si potrà far ripartire la città, dopo anni di immobilismo del centrosinistra». Cappelli lamenta altresì che «c’è un eccesso di personalismo dei portavoce di alcune liste civiche, poco inclini a favorire un’aggregazione indipendente». Anche Paolo De Franceschi, alla guida di Officina per l’Italia – Padova, concorda sulla necessità di «uscire dalla logica ondivaga della vecchia politica e cercare persone nuove, provenienti dalla società civile, che vogliano misurarsi davvero con i problemi reali della città, dal lavoro che non c’è alla mancanza di una politica concreta, che offra sostegno a famiglie, artigiani, imprese e professioni».«L’idea del cantiere delle civiche era buona, ma l’esperienza va considerata finita. Big Ben ha detto stop!» hanno constatato i quattro esponenti cittadini, intenzionati a cercare più ampie aggregazioni, attorno ai valori fondanti dei loro rispettivi movimenti.