“Morte al fascio”. Gesto intimidatorio verso la sede di Casa Pound a Padova

 

“Morte al fascio”, vergato con caratteri non convenzionali nel mondo antagonista, e il lancio di una bottiglia con del liquido infiammabile che ha annerito un po’ la saracinesca. Sono i due elementi da cui sono partiti gli uomini della questura di Padova che questa mattina hanno condotto i primi rilievi sulla serranda della sede di Casa Pound Padova, risultata leggermente danneggiata da un gesto intimidatorio ad opera di ignoti.
Qui di seguito il comunicato della formazione politica di estrema destra:
Nella notte una bottiglia molotov è stata lanciata contro l’entrata della sede di CasaPound Padova. Sulla saracinesca sono state trovate scritte con minacce di morte e i resti del principio d’incendio. Attualmente indagano gli inquirenti.

“Si tratta di un atto molto grave – spiega in una nota Carlo Cardona, esponente di CasaPound Padova – naturale conseguenza del clima che da molti mesi si respira in città. Ma se sulle responsabilità specifiche indagano ora gli inquirenti, ciò che vogliamo denunciare è la responsabilità invece politica che investe l’attuale giunta Giordani – Lorenzoni. Dagli scontri provocati dai Centri sociali per impedire altrui manifestazioni e avvenuti con la partecipazione dei consiglieri di Coalizione Civica Ruffini e Ferro, ai gruppi di estremisti che ogni mercoledì sera pattugliano in svariate decine il centro cittadino in cerca di quelli che secondo loro sono fascisti, tanto che oramai la Celere staziona permanentemente nelle piazze, e la cui caccia viene totalmente stravolta nei racconti dal principale quotidiano cittadino che invece la descrive come una passeggiata antirazzista. Dai divieti di Giordani formulati solo per limitare l’agibilità politica di una precisa parte politica (sale comunali), sino all’annullamento della presentazione di un fumetto sulle Foibe a causa delle violenze e delle minacce esercitate dai soliti facinorosi ai danni di un dirigente dell’istituto regionale per il diritto allo studio universitario”.

“In tutta questa deriva che la città sta vivendo – prosegue Cardona – la sindacatura ‘Giordani – Lorenzoni ‘ gioca un ruolo ambiguo e pericoloso, assumendo una posizione colpevolmente pilatesca in cui condanna le violenze in generale, ma senza mai entrare nello specifico delle responsabilità, come se questi episodi gravissimi fossero responsabilità da ripartire equamente, quando invece le violenze a Padova hanno un’unica matrice e provengono da un’unica parte, la stessa che per larghi segmenti ha sostenuto elettoralmente la coalizione attualmente al governo cittadino. Ne è prova ad esempio la per nulla imbarazzata partecipazione di consiglieri di maggioranza a contromanifestazioni dei centri sociali che degenerano in scontri pesanti con le forze dell’ordine. Bene, sappiano questi signori che il punto di arrivo di questa escalation, che oggi segna un’ulteriore tappa, sarà loro precisa responsabilità politica, frutto dei loro silenzi e delle loro ambiguità”.

“Per parte nostra – conclude Cardona – ci chiediamo quale sia il risultato che vogliono ottenere questi violenti: se pensano di intimidirci infatti, si sbagliano di grosso. Le nostre attività a questo punto non potranno altro che aumentare d’intensità, con l’unica differenza che è sempre più evidente a tutti i cittadini come Padova sia oggi ostaggio di una banda di delinquenti impuniti e coccolati. Schema già visto negli scorsi decenni”.

In risposta a tale atto l’amministrazione comunale ha diffuso il seguente comunicato:
Ferma condanna a ogni forma di violenza, da qualsiasi parte venga. Ciascuno risponde personalmente delle proprie azioni. Sul piano politico la nostra distanza da ogni forma violenta è totale, come abbiamo sempre ribadito.
Nessun silenzio.
Nessuna ambiguità.

Sergio Giordani
Arturo Lorenzoni