Notte bianca e rossa a Torreglia. Sempre una gran notte

 

Che posto fortunato Torreglia. E mica solo perchè lì a due passi c’è l’incantevole villa dei vescovi. Ma perchè attorno al paese ci sono tredici ristoranti di livello davvero sorprendente per chi magari associa i colli Euganei a quel posto dove ti portano poenta ossetti e gnocchi col sugo a parte. A Torreglia ci sono due componenti che fanno grande questo luogo nel mio cuore: la qualità e la capacità dei ristoratori di fare gioco di squadra. Ed è da queste due componenti che nasce la “Notte bianca e … rossa a Torreglia”. Manifestazione che ieri sera dopo un anno di “pausa” è tornata a divertire le centinaia di aficionados che hanno preso d’assalto i pullmini che li hanno scorrazzati da un capitello gastronomico al successivo. Il percorso, ideato da Enrico Panzarasa in collaborazione con le Tavole tauriliane, la Camera di commercio, l’Appe e il Consorzio dei vini dei colli euganei, partiva dalla piazzetta dell’hotel La Torre. Poi ognuno andava dove voleva. Impossibile fare tutte le tappe, ci sarebbe voluto uno stomaco come quello dei ruminanti. Ho scelto come primo passo l’Enoteca San Daniele che ieri sera proponeva uno dei piatti forti della casa: il pasticcio di musso. Da provare. Serafino (nella foto, d’archivio, con il bicchiere in mano) e signora ci sanno fare e lo hanno dimostrato anche ieri sera. Seconda tappa alla Trattoria da Taparo, con il bollito che non ti aspetti, in particolare un cotechino che raramente si incontra migliore di così. la terza tappa non la commento: si offenderebbe il ristoratore, ma in fondo un neo ci sta in una rassegna che mette in fila tredici ristoranti. Mi son consolato della delusione rifugiandomi da Fabio legnaro della trattoria da Ballotta. E Fabio non delude mai, o meglio quelli che lavorano in cucina, che non li vedi ma li riconosci anche quando servono un fritto di verdure e pollo modello tempura, su cartoccio. Geniale nella sua semplicità.

Dalle 23 in poi poi tutti sul pulmino per andare al Pirio a degustare il gran buffè di dolci. Bravi sempre anche loro, e con un panorama così, anche non fossero bravi e cortesi, io ci andrei lo stesso.
Che dire. Che è un peccato farlo solo una volta all’anno un evento così. Che la formula del “vieni a magnà che ti portiamo in giro con il pullmino” è vincente. Che ristoranti così secondo me la crisi la sentiranno anche, ma fin che la qualità sarà quella provata ieri su 4 ristoranti su 5 (media altissima a pensarci bene) le tavole tauriliane avranno lunga vita

Alberto Gottardo