Nuovo ospedale di Padova tra sfuriate e no fly zone volate: l’ex sindaco reggente Ivo Rossi scrive al presidente Luca Zaia

 

Caro Presidente, caro Luca,
ho letto oggi che la situazione di stallo in cui si trova l’iter per la realizzazione del nuovo ospedale, peraltro prevedibile, ha provocato una tua giusta sfuriata – anche se tardiva – nei confronti di chi ti ha messo in queste condizioni. Posso capire il disagio provato da uno che ci ha messo la faccia e, a dispetto delle più volte annunciate pose della prima pietra, si ritrova a fare i conti con un’opera sempre più in alto mare, dove le parole hanno finito per sostituire le pietre. So bene che quella di oggi, nonostante il comprensibile tentativo di dissimulare i conflitti e le incomprensioni personali, è una situazione che sei stato costretto a subire a causa dei “ricatti” politici a cui sei stato sottoposto dal sindaco pro tempore della città. Per chi vive a Padova è cosa nota.
Ma anche tu hai delle responsabilità, perché, inutile ricordatelo, avevi già sottoscritto un accordo di programma con tutti gli enti ancora nel luglio del 2013. E, non va dimenticato, quell’accordo era frutto di un lungo lavoro durato anni, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni.

Ricordo bene che in quell’occasione avevi annunciato la posa delle prima pietra entro due anni; così come ricordo altrettanto bene che, consapevole dei rischi derivanti dalle elezioni, avevi chiesto a tutti gli attori l’impegno a tenere il tema fuori dalla campagna elettorale, invitando a creare attorno al nuovo ospedale una sorta di “No Fly Zone”. L’avevi chiamata proprio così. Parlavi ai presenti, ma evidentemente pensavi ad un convitato di pietra che stava fuori… Clicca qui per continuare a leggere