Osterie Meccaniche ad Abano: un po’ ristorante, un po’ pizzeria e un po’ museo. La nuova scommessa (già vinta) della famiglia Legnaro

 

Fabio Legnaro torna sul luogo del successo, per rilanciare quella che fu la sua prima, clamorosa scommessa vinta tanti anni fa. E dove c’era il ristorante Lido ora in via Marzia 46 ad Abano Terme la famiglia Legnaro ha dato vita ad Officine Meccaniche, un ristorante che è anche museo, wine bar elegante e sala convegni, oltre che officina. Lì dentro Fabio assieme al resto della famiglia che gestisce con successo il Grand Hotel poco distante e l’antica trattoria Ballotta a Torreglia, dà vita a uno spazio che racchiude le due grandi passioni di una vita: la gastronomia e i motori. Due passioni che si fondono in uno spazio davvero originale, con un centinaio di posti comodi all’interno ed altrettanti nello spazio esterno che quando farà più caldo oltre ad ospitare una magnifica Ford d’epoca, farà da cornice a cene ed eventi musicali.

A pochi metri dai tavoli e dalla cucina a vista c’è una Ferrari, una splendida Fulvia, macchine d’epoca e pezzi di carrozzeria appesi come quadri, piste di macchinine a fare da lampadari, bulloni a mo’ di porta posate. Divertente nella forma, ma molto curato nella sostanza: dalla cucina a vista con uno chef che sa il fatto suo (si tratta di Ivano Caregnano) a gestire il ristorante i cugini Federico Legnaro, e Massimiliano Corso.
Dietro al bancone c’è stato un gran pezzo per mettere a punto l’impasto delle pizze/focacce anche Gianni Calaon, già campione del mondo e punto di riferimento imprescindibile per chi voglia mettere in tavola un lievitato indimenticabile. A fare da sfondo alla prima sala c’è anche una vetrina dei vini che fa presumere una cantina davvero ben curata, particolare non scontato, specie in zona termale.

l’impasto delle pizze è stato messo a punto da Gianni Calaon

Il giudizio al primo assaggio è senz’altro all’altezza di una qualità che la famiglia Legnaro ha saputo raggiungere in tutte le puntate precedenti di quella che ormai più che un’impresa è diventata una sorta di saga familiare, con la seconda generazione che senz’altro si sta dimostrando dinamica e professionale quanto la prima.

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