Padova, la carenza di infrastrutture costa mezzo miliardo

 
Riceviamo e pubblichiamo:
Si è tenuta ieri sera la riunione del direttivo degli ingegneri del Veneto con al centro della discussione il problema della viabilità. Il presidente dei professionisti patavini lancia l’allarme.
Mezzo miliardo di euro va in fumo ogni anno a Padova come conseguenza della mancanza di infrastrutture adeguate. La denuncia viene dal presidente degli ingegneri di Padova Fabio Bonfà(in foto) nel corso della riunione di Foiv, la federazione che raggruppa gli ordini degli ingegneri della regione, che si è tenuta ieri sera a Padova. “Sono 30 i miliardi che si perdono ogni anno a livello nazionale per la mancanza di infrastrutture adeguate. Tre nel solo nordest e mezzo in provincia di Padova – afferma Bonfà – Numeri che stupiscono fino a un certo punto, se si tiene conto del fatto che il tessuto produttivo della provincia è costituito da un sistema diffuso di piccole e medie imprese per le quali una rete infrastrutturale adeguata è essenziale. Il nodo di Padova est è stato solo parzialmente risolto. Ci abbiamo messo mano con l’arco di Giano, ma il problema persiste e nasce dalla riqualificazione della zona industriale che da anni è diventata un centro direzionale”. Insomma i servizi di collegamento studiati per una zona industriale sono utilizzati  da un’area direzionale, che in termini di circolazione di persone, vale almeno cinque volte tanto. “Su mille metri quadrati di area produttiva si contano in media 10 operatori, ma su un area equivalente destinata a funzioni direzionali se ne contano dai 50 ai 60 – aggiunge Bonfà – La difficoltà di movimento ne è la logica conseguenza. Di fatto stare bloccati in mezzo al traffico comporta un’aumento medio  del 25% dei costi di una azienda”. La preoccupazione dei professionisti padovani è alta anche per la mobilità quotidiana dei cittadini. “Ci sono quattro linee di tram progettate e solo mezza funziona. E sono maturi i tempi per il decentramento di alcuni istituti universitari, magari pensando ad uno sviluppo di Agripolis. Non spetta certo agli ingegneri decidere chi debba essere spostato – sottolinea il presidente – ma un campus come Agripolis va certamente potenziato e collegato con la stazione ferroviaria. Queste decisioni dovranno essere in cima alla agenda politica delle nuove amministrazioni comunale e provinciale e i prossimi cinque anni saranno decisivi”.