“Prima le case ai padovani”. E intanto la maggioranza, di italiani o stranieri che sia, rimane senza

 

La vicenda dei numeri sulle case agli italiani, case agli stranieri, padovanità, è a mio modo di vedere il classico esempio di come si guardi il dito anzichè la luna. Trionfalistici i commenti dei supporter dell’amministrazione leghista: “Prima i padovani”. A ben guardare il dato che salta all’occhio se ci si toglie la benda dell’ideologia, è che su 1578 domande presentate, 280 famiglie hanno avuto la casa, ed altre 1200 sono rimaste in situazioni che spesso sono di emergenza abitativa. Il resto, temo, sia da una parte che dall’altra, è mera propaganda per nascondere un problema che rischia di diventare strutturale in città: Padova perde abitanti a causa di un mercato delle abitazioni che è impazzito da anni, con prezzi incompatibili con il livello medio dei salari e con una classe dirigente che non si accorge che si rischia, concretamente, la desertificazione di interi quartieri a causa di una stupidità immobiliare. Si preferisce infatti mantenere interi complessi condominiali vuoti anzichè affittarli, magari a canone calmierato. Un problema che, bene inteso, non riguarda solo Padova, ma che è realtà in buona parte della “Padania felix” dove la bolla immobiliare ha messo la gente sotto un ponte, o quasi, e reso intere schiere di villette desolatamente vuote. Il prima o il dopo, credo sia una questione, in quest’ottica, secondaria.

E, adesso, spazio ai numeri. Riporto qui di seguito un inciso dell’articolo del Corriere del Veneto consultabile a questo link

In risposta al bando Erp (Edilizia residenziale pubblica) 2015, sono giunte 1.578 domande. Di queste, 188 sono state escluse per varie irregolarità. E, delle 1.390 accolte, soltanto 280 sono state esaudite, cioè dando un’abitazione a chi ne aveva fatto richiesta. Ma chi sono questi 280 assegnatari? Il 63,9% (179) è cittadino italiano, mentre il restante 36,1% (101) è straniero.