Processo a Veneto Banca: nessuno che protesta, l’indignazione in lock down in una regione che sprofonda

 

Un paio di dozzine di avvocati in fila a farsi prendere la temperatura, altrettanti tra carabinieri e poliziotti a controllare che filasse tutto liscio. Tre o quattro giornalisti ad aspettare, fuori, perchè in tribunale a Treviso la legge è uguale per tutti, è amministrata in nome del popolo italiano, ma quei rompicoglioni della stampa e delle tv non possono entrare, come i cani in alcuni negozi.
Sembra un episodio piccolo quello di questo processo senza pubblico e senza indignazione. Non lo è. La mancanza di indignazione, alcuni comitati di risparmiatori truffati troppo spesso scendiletto  organici a chi governa il Veneto, e quindi attenti a non disturbare il manovratore, le tv locali distratte ed assenti in questa vicenda sono un segnale dannatamente negativo. Il Veneto non sa fare in questi anni autocritica di sè stesso. Cerca un capro espiatorio e continua come se niente fosse. E’ capitato con Giancarlo Galan, sta succedendo con Vicenzo Consoli. Ma non è savrificando un ex potente sull’altare del giustizialismo mediatico frettoloso che si fa chiarezza e si correggono gli errori. E soprattutto continuano a dormire i cani da guardia, i giornali e le tv in alcuni casi sfacciatamente di regime. Con un’unica rumorosa eccezione, quella dell’amico Giovanni Coviello, che mi ha chiesto di raccontare questa vicenda a modo mio, in video. Non sono abituato a realizzare servizi alla maniera televisiva e credo che si veda. Ma questo è quello che ho visto, per vedere il video clicca qui