Quel vuoto di idee dietro a 18 milioni di euro di appalti: signor assessore lei mi ha convinto del contrario di ciò che dice. Mi tocca pensare che il Governo faccia bene a togliere i fondi a Padova

 

L’assessore ai lavori pubblici Andrea Micalizzi ha diffuso su facebook un video , che lo ritrae in un luogo di villeggiatura montano, mentre si lamenta dello scippo da parte del Governo di 18 milioni di euro pronti per essere appaltati in opere fondamentali per Padova. Ho ascoltato con attenzione l’elenco, per la verità piuttosto generico e lacunoso, delle opere che non verrebbero realizzate in città. Ed alla fine ho come l’impressione che se il Governo saprà premiare con quei soldi una città che abbia le idee un po’ più chiare sul proprio futuro, forse a livello generale, Padova avrà perso pochissimo e Padova magari sarà stimolata a produrre qualcosa di meglio di quanto elencato da Micalizzi.
“Penso agli interventi per la sicurezza urbana: un milione di euro che il Governo ci toglie per la videosorveglianza”. Beh, ce ne faremo una ragione. Se non sbaglio la centrale operativa interforze può già contare su un paio di centinaia di occhi elettronici: davvero ne servono di più?
“Milioni di euro di interventi nei quartieri: la pista ciclabile di via Bembo, la ristrutturazione di scuole e impianti sportivi”. Tanto importanti questi interventi che manco l’assessore appare ricordarseli. “Per Padova significa anche rinunciare a investimenti importanti per la riqualificazione delle mura e del castello dei Carraresi. Risorse che potevano dare una spinta all’economia che ruota intorno al turismo”. C’è da prefigurarseli infatti i pullman e voli charter pieni di turisti pronti a fare migliaia di chilometri per ammirare un nuovo tratto di mura su via Pilade Bronzetti o a rimanere sbalorditi delle strutture che un tempo ospitarono la galvanica del settore produzione biciclette nell’ex carcere. Viene bloccato inoltre con questo provvedimento il “Parco Boschetti”, un luogo abbandonato da tantissimi
anni, conclude l’assessore. In realtà quel luogo è tutt’altro che abbandonato: c’è uno dei parcheggi a maggior tasso di saturazione dell’intera Padova e un punto di riferimento fondamentale per i pullman turistici, che possono parcheggiarsi lì dopo che i turisti sono scesi per andare a visitare Musei Eremitani e Cappella degli Scrovegni. Come farebbero i ristoranti, negozi e gli studi legali in zona ad essere ancora attrattivi con 400 posti auto in meno? Si convinceranno i clienti che è bello parcheggiare 300 o 400 metri più in là? Si regalano quei posti auto e quei 400mila euro che ogni anno arrivano nelle casse di municipio e municipalizzata, al multipiano dei privati?
Certo le piazzole per i pullman non saranno più così strategiche dopo che migliaia di visitatori italiani e stranieri preferiranno recarsi in piazza Castello o in via Giordano Bruno, ansiosi di ammirare le mura di difesa medievali di Padova o l’ex caserma dell’esercito carrarese prima che dall’800 al dopoguerra diventasse casa di reclusione.
Fatto sta che quel parcheggio, che l’amministrazione di Padova avrebbe trasformato in parco spendendo qualche milione di euro, porta nelle casse del Comune 200mila euro di concessione che Aps parcheggi paga ogni anno, introitandone 400mila. Ma vuoi mettere il fascino di avere un parco, per altro su un terreno da bonificare dai veleni degli idrocarburi dell’ex gasometro?
Ecco, signor assessore Andrea Micalizzi e signor sindaco Sergio Giordani, faccio sommessamente notare che i progetti del bando periferie li avete ereditati dall’amministrazione Bitonci, che era talmente attenta alle periferie da aver proposto in gran parte il restauro delle mura medievali e del catello, che non erano in zona periferica forse manco nel ‘300.
Ed allora la bocciatura di quel bando può essere una occasione per mettere a punto progetti che siano davvero funzionali alle periferie, a quella ricucitura urbana di cui Renzo Piano parlò a Padova nel corso dell’ultima edizione del premio Barbara Cappochin nel 2013. Credo di ricordare bene se dico che in qualche cassetto di Palazzo Moroni ci sono anche dei progetti di riqualificazione di piazze e strade di quartiere messi in moto anni fa dall’amministrazione Zanonato e dai giovani architetti.
C’era addirittura un master plan per la zona del Borgomagno. Tutte opere che non erano previste dal piano cancellato dal Governo. Ed allora, probabilmente, non cambia niente per le periferie di Padova se anche quei 18 milioni di euro sono stati congelato dal Senato. Cambierà qualcosa invece se si produrranno idee e progetti come già avvenuto in passato, basti pensare alla zona di piazza Azzurri d’Italia: per riqualificarla non basterà comperare la palazzina ex Coni nè organizzare, come avvenuto in un passato prossimo, concertini con chioschetto con birra e porchetta ed adiacenti bancarelle con artigianato etnico. Sono convinto che se si vola alto, i fondi pubblici, arriveranno.

Alberto Gottardo