Raffaele Zanon, tra poenta e musso per La Russa e analisi dei risultati del Pdl

 

L´area della destra politica non si è sciolta come neve al sole, la provincia di Padova ha un punto di riferimento in Piergiorgio Cortelazzo a cui va il mio ringraziamento per il leale appoggio durante la campagna elettorale. Un ringraziamento che dev´essere esteso anche a Maurizio Saia, Enrico Pavanetto, Mauro Fecchio, i giovani del centro destra, Stefano Grigoletto e i molti sindaci che non si sono svenduti.
Il responso delle urne al termine di una campagna intensa e straordinaria non mi ha dato ragione, ma accetto, come è mio uso fare, questa sconfitta a testa alta. Riprendo oggi il mio ruolo come vice coordinatore vicario provinciale del Popolo della Libertà perché sono convinto che a Padova vi siano molte cose da sistemare e tanti assetti da rivedere.
I dati elettorali di città e provincia dovrebbero far meditare gran parte della classe dirigente e anche qualche sindaco che ha privilegiato l´appoggio a questo o a quel candidato senza curarsi del voto che doveva andare al partito. Farò la mia parte come è mio costume assumendomi anche le mie responsabilità, anche se so che sono minime. Ho fatto una campagna elettorale serena, sobria, senza sprechi e esibizioni, cercando di far emergere la qualità. Ritengo che comunque alla Lega vadano attribuiti i meriti di essere stato un partito capace di esprimersi organizzativamente a livello territoriale in maniera più convincente e precisa. Ringrazio realmente coloro che mi hanno sostenuto e che ben sanno che non demorderò nemmeno in un momento non facile. Molti mi hanno appoggiato con lealtà, intelligenza e coerenza politica. Qualcuno ha pensato di poter svendere la destra, ritengo invece che vi siano tutte le condizioni nella nostra provincia per continuare a renderla protagonista sempre nell´ambito del Popolo della Libertà. La Russa alla fine della campagna elettorale aveva detto che si sarebbe mangiato un asino pur di non vedere il sorpasso della Lega su PdL per questo l´ho invitato a mangiare “musso con poenta” come è da nostra tradizione.