Ragazze nel pallone agli impianti del Valsugana rugby

 

Le Ragazze nel Pallone tifano per la nazionale azzurra, che a luglio sarà impegnata negli europei in Svezia, e la nazionale azzurra tifa Ragazze nel Pallone. Molte giocatrici dell’Italia femminile infatti si sono lasciate fotografare con la maglia ufficiale di Rnp per lanciare quello che ormai si sta imponendo come uno dei maggiori eventi della penisola dedicati al calcio in rosa, che si svolgerà dal 5 al 7 luglio negli impianti del Valsugana Rugby in via Querini a Padova.
Il “gemellaggio” tra Rnp e nazionale è frutto del lavoro di “ambasciatrice” di Elisa Camporese, giocatrice della nazionale padovana e amica di Ragazze nel Pallone: «Le ragazze della nazionale sono state subito disponibili – racconta Elisa – Se non siamo noi, che grazie alla maglia azzurra abbiamo una maggiore visibilità, a veicolare questi messaggi, chi può farlo? Tutte noi pensiamo che questo sia un bel modo per far crescere il movimento e invogliare le ragazze a giocare».

Elisa Camporese conosce bene il torneo padovano, a cui è stata anche presente nella passate edizioni: «Il successo di un torneo come questo è legato alla passione e all’impegno di chi lo gestisce. Conosco bene il gruppo che organizza Ragazze nel Pallone, so che finita un’edizione cominciano già a lavorare per quella dell’anno successivo. Con il lavoro che c’è dietro non può che esserci una crescita costante: ho visto la prima edizione e quella dell’anno scorso, con l’aumento di numeri e qualità, e ora non oso pensare cosa potrà esserci quest’anno. Mi spiace non poterci essere, perchè proprio in quei giorni partiremo per la Svezia, ma manderò il mio “in bocca al lupo” a tutte».

Il successo di Ragazze nel Pallone è anche il sintomo di una crescita di tutto il movimento del calcio femminile in Italia: «Sicuramente è entrata nella testa degli italiani – conclude Elisa Camporese – l’idea anche anche una donna possa giocare a calcio. Purtroppo però i numeri non sono ancora importanti, perchè troppe ragazze iniziano e poi smettono presto. La strada è quella di puntare sulle scuole, per far crescere tecnicamente le ragazze e invogliarle così a continuare».