Rapporto sulla violenza alle donne nella Provincia di Padova

 

“La violenza contro le donne nella provincia di Padova. Rapporto 2009”. E’ questo il titolo di uno studio promosso dall’Assessorato alle Pari opportunità della Provincia di Padova e che si pone come il primo passo di un programma di interventi sul territorio. Il rapporto è stato presentato questa mattina a palazzo Santo Stefano dall’Assessore alle Pari Opportunità della Provincia di Padova Gino Gastaldo e dal coordinatore dell’associazione Fraternità e Servizio di Padova Stefano Zaramella. Oltre ad effettuare un’indagine innovativa sul territorio per sondare i reali confini della piaga della violenza contro le donne, l’Assessorato alle Pari Opportunità ha inoltre promosso anche una campagna di sensibilizzazione per sostenere le donne nella denuncia delle violenze subite. Tra le altre iniziative, la realizzazione di un video che sarà diffuso attraverso le emittenti locali. Il progetto nasce dall’amara constatazione che la violenza sulle donne ha sempre sofferto di poca  visibilità e di minor attenzione da parte delle istituzioni e dei servizi rispetto ad altre emergenze sociali. Il fenomeno sfugge infatti ad un inquadramento generale, anche a causa dell’esiguo numero di denunce rispetto alla reale entità delle violenze subite, soprattutto fra le mura domestiche. Per avviare un’azione che possa efficacemente contrastare tale fenomeno, l’assessorato provinciale ha da un lato avviato una ricerca di tipo statistico che potesse metterne a fuoco la reale entità. Dall’altro lato ha promosso una mappatura dei servizi esistenti in provincia cercando di coinvolgere istituzioni, privato sociale e forze dell’ordine. Intersecare le due metodologie ha permesso di dar conto di quale domanda esiste in provincia e di quali risposte per ora i servizi sono in grado di dare, individuando gli elementi sui quali intervenire con maggiore efficacia. Per il futuro, si ipotizza l’istituzione di un coordinamento provinciale di tutti i servizi rivolti alle donne, ancora fortemente frammentati, e che potrebbero invece intervenire più efficacemente, a seconda delle necessità, sulla base delle rispettive competenze.
Si stima che nella nostra provincia circa 111 mila donne fra i 16 e 70 anni siano state vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita; circa 18 mila hanno subito violenza negli ultimi 12 mesi; Oltre 7 mila hanno subito atti di violenza negli ultimi 12 mesi da parte di partner o ex partner. Della violenza subita da un uomo non partner nel corso della vita, solo il 4,4%  è stata denunciata, quindi il 95,6% delle violenze fisiche e sessuali che avvengono fuori dell’ambito familiare rimangono ignote. Si denuncia meno la violenza sessuale da partner (4,7%) che la fisica (7,5%). Il 27,5% delle donne che hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita ad opera del partner attuale o ex partner hanno riportato ferite come conseguenza della violenza; se la violenza è avvenuta ad opera di altra persona, le donne che hanno riportato ferite scendono al 12,8%. Questi che riporto sono dati stimati: analizzare numericamente  il fenomeno violenza è tortuoso, e quasi impossibile. I dati, infatti sono frammentati nelle fonti (pronto soccorso, polizia giudiziaria, associazioni no profit, patronati) e difficilmente correlabili. Grazie al Progetto di cui oggi presentiamo i risultati, siamo arrivati a disegnare, in maniera attendibile, il fenomeno violenza sulle donne nel nostro territorio provinciale. Tanti sono i punti di criticità che sono emersi. Da parte delle donne vittime quello che allarma di più, che deve farci riflettere, è il silenzio, la non denuncia. Su 100 casi di violenze nemmeno 5 sono quelle denunciate. Se utilizziamo questa proporzione, ci rendiamo subito conto che la cronaca racconta uno spicchio di umanità aberrante. Ma il sommerso è ben più grave. Sapere di donne stuprate, aggredite, è doloroso. Sapere che di molte altre non sappiamo, agghiacciante, visti i termini del problema. E’ per questo che una delle azioni che abbiamo inteso fare per il contrasto alla violenza di genere è quella di una campagna di sensibilizzazione rivolta alle donne vittime, per aiutarle ad uscire dal silenzio: un video e dei materiali informativi che, attraverso lo slogan “non sei tu a doverti vergognare” possano arrivare al cuore del problema e sensibilizzare laddove è necessario. Se anche servisse per aiutare a denunciare una sola violenza, qualcosa di importante l’avremo fatto. L’altro punto di criticità che emerge chiaramente dall’analisi dei Servizi per le donne attivi sul territorio, riguarda l’eccessiva frammentarietà degli interventi che vengono messi in atto: non esistono, infatti, procedure standardizzate di presa in carico delle vittime, e risultano pochissimi i servizi mirati per il contrasto a questo fenomeno. Ecco perché, come Assessorato alle Pari Opportunità, abbiamo attivato da oltre un anno una collaborazione fattiva con l’azienda ospedaliera, il Comune, l’Università e il privato sociale, per attivare azioni di contrasto e di contenimento, perché è solo in un sistema di collaborazione a più livelli la possibilità di farsi carico di un fenomeno così importante. Collaborazione che, a seguito del DM 20.02.2009 “Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica”, che identifica le Forze dell’Ordine, i Presidi Sanitari e le Istituzioni pubbliche quali reti di servizi che si devono occupare di violenza e di atti persecutori, diventa sempre più importante e necessaria per contrastare un fenomeno così aberrante. Il nostro impegno continuerà dunque su questa duplice strada: sensibilizzare le donne perché denuncino quanto subìto, e impegnarci nel coordinare – nei limiti delle competenze di ognuno- le risposte che il territorio è chiamato a dare.