“Roma città aperta” il capolavoro di Rossellini torna sul grande schermo martedì sera al cinema Rex

 

E’ il capolavoro di Roberto Rossellini, è il film che ha consacrato Anna Magnani nell’olimpo delle regine del cinema mondiale. E’ un film in cui Aldo Fabrizi dimostra come fosse un grandissimo attore, al di là delle capacità comiche. E’ il film che ha contribuito più di altri a far riflettere sulla bestialità della guerra e sul valore di essere uomini giusti quando è più facile essere dei vigliacchi. E’ il film che chiude la rassegna dei film restaurati che tornano sul grande schermo. Il grande schermo è quello del cinema Rex. L’appuntamento è per martedì 20 marzo e concluderà la rassegna di Classici Restaurati in prima visione organizzata in collaborazione di rete dal Cinema Rex e dal Cinema Esperia.  Ingresso 3 euro, inizio proiezione ore 21.


ROMA CITTA’ APERTA

Regia di Roberto Rossellini. Con Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Maria Michiu, Marcello Pagliero, Nando Bruno, Vito Annichiarico, Harry Feist, Paolo Stioppa. Italia, 1945. Drammatico. Dirata 98’.

Settembre 1944. Roma è appena stata liberata dai nazifascisti. Roberto Rossellini persuade la contessa Chiara Politi, amministratrice delegata della Cis Nettunia, a produrre un film, che egli stesso dirigerà, ispirato alla figura di don Pietro Pappagallo, trucidato dai nazifascisti alle Fosse Ardeatine. Le riprese terminarono ai primi di giugno del 1945. La prima proiezione pubblica si tenne al Festival del Quirino a Roma, il 24 settembre. Numerosi personaggi del film sono ispirati a figure reali. Don Pietro Pellegrini (interpretato da Aldo Fabrizi) nel soggetto era ispirato a don Pietro Pappagallo ma in fase di sceneggiatura fu modellato sulla figura di don Giuseppe Morosini, anch’egli impegnato ad aiutare la Resistenza, torturato e fucilato il 3 aprile 1944. Pina (interpretata da Anna Magnani) è ispirata ad una popolana romana, Teresa Gullace, madre di cinque figli e in attesa di un sesto, uccisa da un soldato nazista perché protestava per l’impriginamento del marito. Il restauro è stato realizzato dal laboratorio della Cineteca di Bologna a partire dal negativo originale creduto perduto e  ritrovato nel 2004. La leggenda voleva che il film fosse stato girato su pellicola trovata in giro, scaduta, comprata al mercato nero. Quando riemerse un negativo, si verificò che si trattasse in effetti di “frattaglie” di pellicola di diversa provenienza e ciò fu la conferma di essere tornati in possesso proprio del negativo originale.

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