Ostensione del Santo: alle 6.15 la basilica apre le porte ai pellegrini

 

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E’ tutto pronto nella basilica di Sant’Antonio di Padova: sono stati montati i varchi dotati di metal detector ed approntate le prime misure di sicurezza volte a garantire un deflusso ordinato e senza incidenti dei 100mila pellegrini che i frati del Santo stimano arriveranno a Padova da domani a sabato per venerare il corpo di Sant’Antonio eccezionalmente posto in ostensione da questa sera nella cappella delle reliquie dove permanentemente sono esposte in reliquiari d’argento e cristallo il mento e la lingua del Santo dei miracoli. Alle 21 i frati della basilica pontificia si riuniranno in preghiera nella navata centrale durante la traslazione dell’urna, dalla sepoltura provvisoria nella Cappella di San Giacomo alla Cappella delle Reliquie. La città di Padova da giorni si prepara per accogliere al meglio i pellegrini che potranno transitare davanti alla teca di cristallo che contiene le spoglie mortali di Sant’Antonio da domani mattina alle 6.15, orario di apertura della basilica ai devoti del predicatore portoghese morto a Padova il 13 giugno 1231.

Sono trascorsi 29 anni dall’ultima ostensione del corpo avvenuta nel gennaio del 1981, a 750 anni dalla morte del Santo dei miracoli. In quell’occasione l’ostensione venne prolungata fino al primo marzo, registrando nelle sei settimane di esposizione della teca l’arrivo in città di 650mila fedeli. Una estensione della settimana di venerazione del corpo del Santo è già stata ufficialmente richiesta dal presidente della Veneranda Arca del Santo Gianni Berno al delegato pontificio. In città fervono i preparativi per l’accoglienza dei pellegrini, con un piano speciale di gestione del traffico di pullman ed auto. Fioriscono anche le iniziative commerciali, dal caffè storico Pedrocchi che offre un caffè gratis di benvenuto a tutti gli Antonio, Antonietta e simili che si presenteranno al banco del bar e venderà la “Noce del Santo” dolce tradizionale prodotto dai pasticcieri- detenuti del carcere padovano Due Palazzi, che fanno parte della Cooperativa Sociale Giotto. “Sono stati gli stessi detenuti del Due Palazzi a proporre la produzione artigianale di questa nuova focaccia – spiega il direttore della cooperativa sociale del carcere Nicola Boscoletto – dopo aver letto che il Santo, la prima volta che arrivò in città, volle subito visitare i carcerati di allora nelle prigioni delle Debite, riuscendo ad ottenere, nei giorni successivi, anche la liberazione dei detenuti”.

Guarda il video con immagini della basilica di Sant’Antonio realizzate da Stefano Vietina