Sergio Giordani in campo per sedare la crisi virtuale di maggioranza: “Va (quasi) tutto bene, gli assessori non si toccano”

 


Sono scesi in campo, anzi sui giornali Corriere del Veneto e Mattino di Padova, il sindaco Sergio Giordani (e vicesindaco sul Gazzettino), per calmare le acque tra le varie anime della maggioranza dopo che negli ultimi giorni le schermaglie tra le due anime avevano iniziato ad assomigliare a coltellate virtuali, tra social e quotidiani. Un paio di tiratine d’orecchi agli assessori, con Giordani sul Corriere del Veneto che spiega come sugli sfalci si sia intevenuto in ritardo, e sul Mattino che spiega come Colasio sia particolarmente sensibile al Pedrocchi, ammettendo implicitamente che si sia andati comunque oltre le righe. Tarzia viene liquidato come “uomo del sud” con una implicita incontinenza verbale. E sul punto focale, il messaggio lasciato in una delle chat whatsapp della maggioranza co scritto «Forse a voi non è chiaro! Io non sono obbligato a fare il sindaco. Continuiamo così a rompere il gruppo e giovedì sera andiamo tutti a casa» Giordani nell’intervista a Davide D’Attino sul Corriere del Veneto chiarisce:

«Nulla di particolare. Con quella frase, che peraltro non faccio che ripetere da quando ci siamo insediati, ho soltanto voluto ricordare a tutti i componenti della nostra squadra che non è stato il medico a costringermi a fare il sindaco. Ma non si tratta di una minaccia, bensì di una constatazione. Nel senso che, come dico dal 28 giugno dell’anno scorso, cioè il primo giorno in cui ho messo piede nel mio ufficio a Palazzo Moroni, io non sono un politico di professione, non ho bisogno dello stipendio da sindaco per vivere e non ho velleità di carriera in Regione piuttosto che al governo nazionale».
Ma scrivendo, incalza D’Attino, «andiamo tutti a casa», cosa voleva dire?
«Niente di che. Ho già risposto che era una battuta e che non era la prima volta che la dicevo. Ma voglio comunque che sia chiara una cosa: qui nessuno ha intenzione di mollare, io continuerò a fare il sindaco fino al termine del mandato, perché mi piace e perché ho preso un impegno con la maggioranza dei padovani, e i miei assessori resteranno tutti al loro posto. Guai a chi li tocca». 

Tutto a posto? Lo vedremo nei prossimi mesi.

Alberto Gottardo