Solo a Padova 40 panifici a rischio chiusura a causa del caro bollette: l’appello alla federazione nazionale per manifestare a Roma

 

Rischiano di chiudere, per cui sono pronti a tutto. Anche a manifestare a Roma, chiudendo i negozi e scendendo nella capitale assieme ai loro dipendenti.
E’ questa la proposta che i panificatori dell’Ascom Confcommercio di Padova formalizzeranno nel corso della riunione della Federazione di categoria prevista in sede nazionale nei prossimi giorni e che ha avuto un prologo nell’assemblea svoltasi nella sede dell’Ascom Confcommercio in piazza Bardella.
In una sala gremita, dove la concretezza e le preoccupazioni per un futuro a tinte fosche sono state le cifre esclusive, il presidente Carlo Quartesan, dopo aver elencato tutta la serie di aumenti che hanno interessato il settore (il 100% è stata la percentuale più bassa) ha chiesto ai colleghi di rappresentare la propria situazione.
Ne è venuto fuori un quadro a dir poco preoccupante con aziende al limite della sopravvivenza dove, pur di rimanere sul mercato, si adottano soluzioni fino ad un paio di mesi fa impensabili: produzione ridotta e tempi contingentati.
“Situazioni emergenziali – ha detto Quartesan – che rischiano di essere l’anticamera della chiusura”.
Una chiusura che, nella nostra provincia, potrebbe interessare non meno di una quarantina di attività su un totale di poco più di 200 esercizi attivi.
Sul banco degli imputati, più ancora che la Russia di Putin, responsabile della guerra in Ucraina che ha determinato la spirale di aumenti dell’energia e, conseguentemente, quella di farine, lieviti e altri prodotti afferenti la panificazione, è finita l’Unione Europea accusata di non essere solidale e dove i singoli Paesi, facendo il gioco di Putin, si muovono in ordine sparso.
“Questo non toglie – hanno evidenziato i partecipanti all’assemblea – che la nostra categoria debba farsi sentire a Roma non appena si sarà insediato il nuovo governo che deve intestarsi la salvaguardia di un comparto che non è solo economia, ma è anche cultura”.
Sullo sfondo, ovviamente, il timore che la produzione industriale possa approfittare del momento critico per acquisire quote di mercato, per cui dall’assemblea è venuta la richiesta di un fronte comune.
Serve dunque un’unità d’intenti che la riunione romana dei vertici nazionali è chiamata a certificare.
“Un’azione forte è indispensabile – hanno ribadito i panificatori padovani dell’Ascom Confcommercio – e, d’altra parte, non possiamo fare altrimenti visto che siamo con le spalle al muro: o ci vengono incontro o migliaia di imprese, in tutto il Paese, chiuderanno lasciando a casa migliaia di addetti e, cosa forse ancora più importante, si perderà una tradizione, già adesso minata dalla mancanza di prospettiva che grava su quei giovani che volessero intraprenderla, che andrà persa per sempre”.