Toni Negri e Luca Casarini a Padova nel 30esimo anniversario del 7 aprile

 

Almeno 500 persone nella sala, circa trecento fuori. Un bagno di folla ha ascoltato gli interventi di Luca Casarini, Wilma Mazza e gli altri esponenti storici dell’ex autonomia operaia poi confluita in Radio Sherwood ed i centri sociali del Nord Est. Ospite atteso della serata Toni Negri, il “cattivo maestro” arrestato nell’operazione del 7 aprile 1979, condotta dall’allora sostituto procuratore Pietro Calogero, di cui oggi ricorreva l’anniversario.
L’incontro è stato l’occasione per presentare il libro “Processo sette aprile, Padova trent’anni dopo. Voci della città degna”. “E’ un fatto politico – ha detto Luca Casarini – che in questa città che ha fatto scuola nella chiusura degli spazi ci siano così tante persone in questo spazio di indipendenza e di autonomia di pensiero. C’è una Padova che è stata violentata il 7 aprile, e che è stata sottoposta alle cose peggiori. Non ci interessa celebrare un anniversario ma mettere in circolazione un pensiero critico. Pietro Calogero (in una intervista pubblicata oggi dal Corriere del Veneto, ndr) dice “noi abbiamo difeso la democrazia”. Hanno difeso con una legislazione emergenziale un sistema la cui crisi in Italia e nel mondo affama e butta sulla strada milioni di persone ed ha devastato inquinandolo il pianeta. Hanno difeso degli utili idioti, aggressivi ed ignoranti, che quello stesso sistema ha irriso producendo il fenomeno Berlusconi. Io credo che è utile che spariscano: occorre rimuovere questa cancrena , non si può disegnare un futuro nuovo se non togliendo questa cancrena fatta di destra e sinistra che si autoriconsegnano il potere. Noi questa sera siamo qui per questo”. Intervenendo dopo Casarini, Toni Negri che venne arrestato il 7 aprile 1979 e poi condannato senza mai aver scontato la pena a 21 anni di reclusione per rapina, banda armata e concorso nell’omicidio del brigadiere Antonino Custrà avvenuto nel 1977, ha raccomandato di “dedicarsi allo sdegno immagfinato da Casarini, ma cautamente ed in maniera gentile”. Analizzando il movimento degli anni ’60 e ’70 il “cattivo maestro” ha detto che “in quegli anni avevamo dato vita a delle nuove istituzioni: quelle operaie che al Petrolchimico e nelle fabbriche del Veneto e d’Italia avevano dato vita ad una grande forza democratica, imponendo gli aumenti di salario, l’uguaglianza. Avere considerato l’estremismo che c’era in tutta Europa come terrorismo, accumunando la lotta per l’eguaglianza e per la democrazia al terrore è stato l’inizio della egemonia della magistratura in Italia rispetto agli altri poteri dello Stato. Il giorno dopo il mio arresto Sandro Pertini, il grande populista a cui per molti versi assomiglia lo stesso Berlusconi, inneggiava all’arresto dei peggiori terroristi. Ha detto che ero un personaggio lombrosiano un criminale. Ebbene io credo che siano da legare alla criminologia le persone che hanno retto l’accusa nei nostri confronti”.