Trasporto pubblico: Ivo Rossi, “Se Regione taglia fondi trasporto pubblico in difficoltà e città a rischio infarto”

 

“Tagliando i fondi regionali per il trasporto pubblico si rischia il blocco di autobus, pullman e traghetti e quindi l’infarto delle città”. A dirlo è il vice sindaco di Padova ed assessore alla mobilità del capoluogo euganeo Ivo Rossi.
Questa mattina a Palazzo Moroni, sede del municipio patavino sindacalisti, assessori alla mobilità comunali e provinciali del Veneto, assieme ai delegati sindacali di Ggil, Cisl e Uil hanno concordato la stesura di un documento comune che verrà presentato nelle prossime settimane alla Regione. Secondo i partecipanti alla riunione città come Padova, Verona e Venezia, che hanno investito negli ultimi anni nel potenziamento delle linee di trasporto pubblico, non potrebbero sopportare ulteriori tagli dei trasferimenti da parte della Regione alle ex aziende municipalizzate di trasporto. “A Padova la percentuale dei ricavi da biglietti ed abbonamenti sul totale dei costi – ha ricordato il vice sindaco Ivo Rossi – è del 42 per cento. Siamo ampiamente sopra il 35% indicato dalla direttiva nazionale. Se a questo associamo che il Veneto è la terzultima regione in Italia per i trasferimenti alle amministrazioni pubbliche a sostegno del trasporto capiamo come eventuali tagli sarebbero catastrofici. Quello che dovevamo tagliare è già stato risparmiato negli ultimi anni, particolarmente duri dati gli aumenti di carburante e assicurazioni. Non vogliamo trovarci di fronte alla scelta di tagliare posti di lavoro o servizi. Dalla Regione ed in particolare dal presidente Luca Zaia vogliamo delle risposte ed un impegno chiaro sui trasferimenti”.

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A fornire i dati delle conseguenze di eventuali tagli ai trasferimenti regionali è il direttore di Confservizi Veneto Nicola Mazzonetto: “Nel Veneto rischiano il posto di lavoro circa 700 persone del settore Trasporto pubblico, i cittadini potrebbero vedersi aumentare del 36% il biglietto e di vedere tratte o linee eliminate, oppure si rischia la chiusura delle aziende stesse con effetti devastanti sul teritorio, sull’economia, sulla mobilità delle città. Sindaci, assessori provinciali e comunali, presidenti e direttori dele aziende di Confservizi Veneto e le organizzazioni sindacali sono trutti concordi nel condurre una battaglia unitaria per sostenere l’intero settore ed evitare i tagli nazionali e regionali”.