Vinitaly a Verona passerella per Salvini e Conte. “Siamo qui a celebrare il Veneto”. Ma Carlo Calenda profetizza: “Dopo le elezioni il Governo finisce”

 

Il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte oggi pomeriggio è stato a Vinitaly, accolto dal presidente e dal direttore generale di Veronafiere, rispettivamente Maurizio Danese e Giovanni Mantovani, ha fatto tappa allo stand della Regione Veneto. Qui, insieme al governatore Luca Zaia e al ministro delle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio, ha brindato con uno dei vini di “Bollicine solidali”, l’iniziativa benefica che sostiene la ricostruzione delle zone del Veneto devastate dal maltempo lo scorso ottobre.
“Il Veneto ha una forza trainante incredibile nella produzione vitivinicola – ha commentato il presidente Conte –. Complimenti, perché i record di questa regione vanno a vantaggio della filiera, dell’export e del Pil nazionale. Oggi si lavora non solo sulla quantità, ma anche sul valore perché quando si ragione di vino ci si riferisce ad un mondo che possiede una forte componente di identità culturale, legame con la terra e rispetto per la biodiversità”.
Poco prima del premier Conte era arrivato anche l’ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.
“Secondo me il Governo non tiene. Dopo le elezioni finisce. Lo dicono anche in giro, riservatamente”. A dirlo il capolista del Pd – Siamo Europei Carlo Calenda, già ministro dello sviluppo economico nel governo Gentiloni, al suo arrivo oggi al Vinitaly a Verona.
“Noi stiamo peggiorando rispetto l’Europa – ha aggiunto Calenda -, siamo sempre andati meno rispetto all’Europa anche quando c’eravamo noi, ma adesso dobbiamo capire come risollervarlo questo Paese, come fecero i nostri governi. Non ce la possiamo permettere un’altra recessione, l’ultima volta abbiamo perso un quarto dell’industria italiana. In Europa mi appresto a portare industria, lavoro, educazione. Sull’industria dobbiamo avviare un grande progetto di industria 4.0 come abbiamo fatto in Italia, che chiameremo Europa 4.0 per le imprese per vincere la battaglia teconologica su cui siamo arretratissimi rispetto a Cina e Stati Uniti”.
“Ci sono provvedimenti che si possono fare e provvedimenti che vanno cancellati. Quota cento va cancellata immediatamente. Stiamo parlando di un provvedimento che ha un debito implicito superiore ai 30 miliardi di euro, che non ci possiamo permettere, per mandare in pensione pochissima gente rispetto a quello che costa: noi dobbiamo usare le risorse per la formazione, per i giovani e per l’industria. Il fatto che non lo capiscano è una gravissima responsabilità politica. Si vede che la maggior parte dei ministri di questo Governo non è mai entrato in un’azienda o in una fabbrica, in una struttura produttiva in vita sua”.
Sulla questione dei rimborsi agli ex azionisti di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, tema all’attenzione di un Consiglio dei ministri in programma per domani l’ex ministro per lo sviluppo economico ha aggiunto: “Io mi auguro che il Governo preveda rimborsi automatici per i risparmiatori piccoli che hanno perso tutto con il crack delle banche venete. Per i risparmiatori piccoli vuol dire che se uno ha investito qualche milione di euro, sapeva il rischio, però è importante che lo si faccia velocemente perchè mi pare che lo si sia promesso molto”.