WTI e Brent, quali sono le principali differenze

 

Nel corso degli ultimi tempi si parla con sempre maggiore insistenza della situazione che riguarda il petrolio, tornato a febbraio ai livelli pre-Covid. Non è un caso, dal momento che si tratta di una delle materie prime che sono più oggetto di scambio in tutto il mondo e, di conseguenza, detiene un’influenza del tutto particolare sulle economie, dato che il suo andamento può trascinarle in uno stato di recessione, senza dimenticare come sia spesso e volentieri motivo di forti scontri a livello politico.

Insomma, chi è interessato a fare trading di CGFD su Cl petrolio con Plus500 o altre piattaforme deve inevitabilmente rimanere sempre e costantemente aggiornato su tutto ciò che riguardale le due tipologie di petrolio greggio che sono più scambiate in tutto il mondo, ovvero il Brent e il WTI. Proviamo, quindi, a scoprire quali siano le principali differenze, in maniera tale da poter poi assumere delle scelte di trading responsabili e consapevoli.

Le principali differenze

Le difformità tra Brent e WTI sono sostanzialmente cinque e riguardano la posizione di estrazione, la geopolitica, il contenuto e la composizione, il luogo dove avviene lo scambio di Brent e WTI, ma anche i prezzi e benchmark.

Posizione di estrazione

Partiamo dal primo aspetto, che riguarda il luogo di estrazione. Se il WTI, infatti, è oggetto di estrazione presso i giacimenti petroliferi che si trovano negli Usa, in modo particolare in Texas, il greggio Brent arriva direttamente dai giacimenti petroliferi che si trovano nel Mare Del Nord. Quindi, la denominazione che si suole spesso sentire di “Brent Crude” è legata al fatto che si tratta, in realtà, di una miscela composta da quattro oli, ovvero Osberg, Ekofisk, Brent e Forties che, complessivamente, sono meglio conosciuti con il termine di BFOE.

La geopolitica

Come si può facilmente intuire, a marcare le differenze tra queste due tipologie di petrolio sono anche le influenze a livello geopolitico. Da un lato i sistemi politici decisamente volatili che caratterizzano tutti quei Paesi che sono produttori di oro nero, ma d’altro anche l’incremento, oppure la riduzione, dei livelli di produzione di petrolio che vengono stabiliti da parte dell’organismo dell’OPEC, che ha deciso intanto per un aumento graduale della produzione nel prossimo triennio. In entrambi i casi, ecco che le conseguenze sul prezzo del petrolio possono essere importantissime. Di conseguenza, tutti i trader devono essere perfettamente a conoscenza di tali andamenti e scenari.

Come sono composti WTI e Brent

Come dicevamo in precedenza, le differenze intervengono anche a livello di composizione. Infatti, Brent e WTI si caratterizzano per avere un livello di zolfo, ma anche di gravità API, decisamente differenti. Due aspetti che possono andare a condizionare notevolmente pure il prezzo degli oli. Ad esempio, WTI presenta un livello di zolfo pari allo 0,24%, mentre il Brent ha un valore più alto, dato che si spinge fino allo 0,37%. Più basso è tale dato, maggiore è la “dolcezza” dell’olio, che si può raffinare anche con molta più semplicità. In ogni caso, sia WTI che Brent vengono ritenuti dei greggi dolci.

Lo scambio di WTI e Brent

Ci sono numerose piattaforme in cui avviene lo scambio di oli, che variano in base al Paese in cui risiede l’investitore. Tra gli strumenti più importanti e diffusi per il commercio di petrolio greggio troviamo indubbiamente i contratti futures. In questo caso, però, è bene mettere in evidenza come i contratti futures che si riferiscono al WTI vengano negoziati sul NYMEX, che fa parte del CME, mentre quelli sul Brent sono oggetto di negoziazione sull’ICE di Londra.

Prezzi e benchmark

Infine, sia il WTI che il Brent rappresentano due riferimenti differenti per le economie mondiali. Se il WTI lo è per i prezzi del petrolio entro i confini americani, il Brent lo rappresenta per tutto il resto del mondo e, di conseguenza, viene chiamato ribattezzato anche come benchmark globale.