Mandato di arresto per Max Gallob e Omid Firouzi. Casarini: “anche qui regime komeinista”

 

Hanno fatto anche irruzione al festival di radio Sherwood gli agenti della Digos che hanno avuto il compito di eseguire le ordinanze di custodia cautelare firmata dal gip di Torino nell’ambito dell’operazione Rewind. Tra gli stand del festival organizzato dagli ativisti del centro sociale Pedro assieme allo staff della storica radio, voce della disobbedienza del Nord Est i poliziotti hanno trovato Pauel Benjamin Bandean, romeno 24enne ufficialmente residente al centro sociale Rivolta di Mestre, destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere e Sebastian Kohlscheen, 26 anni, nei cui confronti il gip torinese ha chiesto, per il momento, solo una perquisizione domiciliare. Il secondo arrestato, Massimiliano Gallob, 36enne era nella abitazione Ater di cui è assegnatario, e da qui è stato portato nella casa circondariale di Padova dove nelle prossime ore dovrebbe raggiungerlo anche C.M., 23enne attivista del centro sociale Pedro, disobbediente al momento irreperibile ed attivamente ricercato dagli uomini della questura. Il quarto catturando è Omid Firouzi Tabar, 29enne di origini iraniane che proprio a Teheran è da alcune settimane. Firouzi, ricercatore a contratto per l’università di Urbino, è intervenuto questa mattina alla conferenza stampa convocata dagli attivisti del centro sociale Pedro che hanno portestato davanti a palazzo del Bo, sede del rettorato dell’università padovana, contro l’irruzione della polizia all’interno del parcheggio dello stadio padovano che ospita, su concessione dell’amministrazione comunale il festival.
“Al Pedro ci sono stato tanti anni – ha detto in conferenza stampa Luca Casarini, leader dei disobbedienti del Nord Est – Max Gallob è stato una spina nel fianco non dei poveri o di chi sta male, ma nel fianco dei potenti: è questa la colpa di coloro che sono stati incarcerati. Sono persone che hanno saputo portare anche dall’Iran, e mi riferisco ad Omid Firouzi, la controinformazione necessaria a portare qui lo spirito di quella lotta. Questo regime somiglia a quello dei komeinisti: arresta le persone perchè danno fastidio al potere. Chi ne è responsabile pagherà molto caro quello che sta succedendo. Continueremo a mobilitarci, non abbasseremo la testa”.
Alle 17 gli attivisti del centro sociale Pedro e delle associazioni della galassia antagonista si danno appuntamento davanti alla Prefettura per un presidio di protesta contro le ordinanze di custodia cautelare emesse contro quattro ativisti dei centri sociali veneti.