Cari amici del centro sinistra imparate dal Movimento 5 stelle come si presenta un candidato (e da Simone Borile come si sta in tv)

 
Opere pubbliche che ingrassano le pance dei privati finanziatori, banche scoppiate e questione legalità- E’ partito così ed è partito con tanta grinta facendo capire che punta ad essere pienamente in partita, il candidato presidente del Movimento 5 stelle Enrico Cappelletti. Una presentazione la sua come si deve: con i consiglieri regionali uscenti al suo fianco e il ministro Federico D’Incà ad aprire i lavori. Segno che il partito – movimento ci crede e c’è. Tutto il contrario di quanto visto due settimane fa (o erano tre, sembra passato un secolo) alla presentazione del candidato presidente della Regione Arturo Lorenzoni, che non aveva uno straccio di consigliere regionale uscente a fianco a sè, nè un ministro o un sottosegretario, e che crede talmente tanto nella propria candidatura da non mettere manco nell’orizzonte politico personale le proprie dimissioni da vicesindaco di Padova, mettendo per altro in imbarazzo quel che resta del movimento arancione che lo sostenne tre anni fa e che di fatto su facebook non lo ha manco degnato di un endorsement. Tutto il contrario di Enrico Cappelletti, che ligio alla liturgia pentastellata ha lasciato l’incarico che aveva presso la presidenza della Camera per fare una corsa che appare in salita, ma che potrebbe riservare più di qualche sorpresa, positiva, per l’ex parlamentare trevigiano.
Nella sala dell’hotel Ambasciatori di Mestre si respirava insomma propositività, voglia di combattere sul serio una campagna elettorale già vinta sulla carta dal presidente della Giunta Regionale Luca Zaia, ma che i grillini si apprestano a vivere da protagonisti. Merito anche del mestiere di Claudio Gori, professionista della comunicazione, che ha lasciato l’impegno in Fratelli d’Italia per andare a disegnare una campagna che appare già al suo inizio fatta sul serio.

Con a Padova una delle punte di diamante e cioè prezzemolino Simone Borile, scatenato in tv, volto da talk show e piglio da combattente, tanto da mettere in difficoltà persino l’intoccabile ayatollah dei veneti Luca Zaia in un recente dibattito catodico.
Insomma corre il candidato presidente, tira la squadra. Pensateci bene, amici del centrosinistra: a meno di 100 giorni dalle votazioni, potete dire altrettanto? Ve lo domando io che per Zaia e per la Lega non ho mai votato, ma che a furia di aspettare che anche Lorenzoni faccia sul serio un po’ di campagna elettorale. E bene inteso: andare a manifestare contro il fascismo a Vicenza, a casa mia è tutto tranne che quello di cui il Veneto ha bisogno.
Avanti così e il Pd o ciò che ne resta riuscirà nell’impresa di farmi votare qualcos’altro o qualcun altro. Persino Movimento 5 stelle. Sarebbe la prima volta. E non ne ho per niente voglia, ma ci sto pensando.

Alberto Gottardo