Da assessore sceriffo a scaricabarile smemorato: la metamorfosi dell’ex parlamentare Maurizio Saia

 

C’è molto di surreale e anche forse qualcosa di cui vergognarsi in questo servizio andato in onda ieri sera durante il tg Padova di Telenuovo Clicca per vedere il servizio Surreale è vedere a corredo del servizio sui controlli di cui parla l’attuale assessore alla Polizia Municipale Maurizio Saia, le immagini di quasi due anni fa, quando il sindaco reggente era Ivo Rossi e il comandante della Polizia Municipale era Lorenzo Panizzolo, dirigente leale e probabilmente anche rimpianto che ha speso una vita al servizio del Comune di Padova, ma più volte nel mirino di Maurizio Saia in campagna elettorale. Riconosco quelle immagini, sia quelle diurne che quelle notturne, perchè quelle immagini le girai io quando ero ho ricoperto per poco più di un anno l’incarico di portavoce del sindaco Rossi.
Sempre in campagna elettorale Maurizio Saia aveva promesso “renderò Padova sicura in 100 giorni o me ne vado”.
Di giorni sulla poltrona di assessore Maurizio Saia ne ha passati oltre 400 e la città, per sua stessa ammissione è tuttaltro che più sicura.
In un crescendo tragicomico (immagini relative al lavoro dei vigili urbani durante la precendente amministrazione a parte) Maurizio Saia, parlando dello spaccio di droga, dice di – letterale – “non riuscire a respingere una presenza che ormai è diventata capillare sul territorio a causa di normative debosciate”.
Peccato che nel luogo dove quelle normative venivano votate, anche da lui, Maurizio Saia ci sia stato per oltre 12 anni: dal 2001 al 2013 ininterrottamente: la sua coalizione di cui faceva parte anche l’attuale sindaco Massimo Bitonci, ha governato per 8 di quei 12 anni. Eppure se fino al giugno del 2014 la colpa era del sindaco in carica, adesso la colpa è delle leggi. In subordine è anche colpa a volte di suor Lia, dei profughi (che attraversano Padova a migliaia negli ultimi mesi e che hanno un tasso di criminosità quasi nullo), o della precedente amministrazione, secondo il pensiero voloto allo scaricabarile dell’assessore alla sicurezza (?). E della promessa di dimettersi se in 100 giorni Padova non fosse dientata una sorta di giardino dell’Eden? Non v’è traccia.

Alberto Gottardo