Escalation della violenza tunisina in città. I carabinieri in campo con un approccio nuovo al fenomeno

 

Ancora un episodio di violenza con protagonisti un gruppetto di tunisini sbarcati a Lampedusa lo scorso mese di marzo a Padova. Dopo che ieri i carabinieri hanno arrestato con l’accusa di omicidio volontario di un connazionale un tunisino di 42 anni, stanotte è toccato alla polizia intervenire poco prima dell’una al Pbar di via Matteotti, in pieno centro della città del Santo. Un gruppo di tre maghrebini aveva preso a lanciare sassi contro il bar dopo aver rubato la bici ad un amico del gestore del locale. All’intervento del barista, che ha sottratto il possessore della bici dalla furia dei tre tunisini, i clandestini anzichè darsi alla fuga hanno iniziato a bersagliare il locale ed i clienti di sassate ed uno dei tre, il più esacerbato dalla reazione del proprietario della bici prima e del barista poi, ha colpito un cliente con una asta di metallo. All’intervento della volante, arrivata subito sul posto, un tunisino è stato arrestato. Si tratta di Arbi Boughnimi, 23enne clandestino. Al nordafricano è andata anche tutto sommato bene dato che il bar manager del Pbar, Gerry Piccolo, ha alle spalle una carriera ventennale come atleta di kick boxing. Denunciato a piede libero un altro componente del gruppetto, rintracciato dalla polizia all’alba in zona stazione. Per cercare di arginare i fenomeni ormai quotidiani di violenza di cui si rendono protagonisti i tunisini che sbarcati a Lampedusa raggiungono la città del Santo il colonnello Renato Chicoli, comandante provinciale dei carabinieri, ha annunciato che i controlli da parte degli uomini dell’Arma si faranno più stringenti nella zona della stazione, ed in particolare di fronte alle cucine popolari gestite da suor Lia.

“Ho incontrato suor Lia oggi e anche lei è d’accordo per un presidio più costante dei carabinieri di fronte alla mensa dei poveri – ha spiegato oggi il colonnello Chicoli – porterò all’attenzione del prossimo Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico la proposta di una presenza più strutturata delle forze dell’ordine di fronte a questa istituzione, che è e rimane un fiore all’occhiello della città di Padova sul fronte della solidarietà e della carità cristiana. Credo però che occorra vigilare in maniera efficace perché i delinquenti non si approfittino di questo luogo che da sempre assiste chi è povero e disperato in città, in maniera che non si verifichino concentrazioni e comportamenti che possono, come purtroppo sappiamo, essere il focolaio per esplosioni di violenza”.