Gianernesto Zanin traccia un bilancio dell’annata turistica

 

“Difficile dire come andrà la stagione invernale per gli alberghi del Veneto. Difficile, ma facilmente intuibile, visto il terrorismo psicologico dilagante che sta preparando le famiglie italiane al peggio”. Gianernesto Zanin, presidente di Federturismo Veneto- Confindustria che raggruppa 500 aziende tra hotel, villaggi turistici, tour operator e agenzie viaggi, con 10.000 addetti, non vuole essere troppo pessimista: “Il vero problema delle strutture ricettive in per questa stagione non sarà legato solo alle bizzarrie metereologiche, ma al fatto che l’attuale situazione deflattiva non trova precedenti dal dopoguerra e quindi nessuno sa cosa comporterà davvero per le nostre tasche, né come reagirà il turista. E’ anche vero che al calo del petrolio corrisponderanno dei risparmi energetici, e al calo del dollaro un aumento dei flussi turistici statunitensi in Europa; tuttavia la percezione negativa generalizzata non aiuta neanche un po’ gli operatori, anche perché sento una diffusa preoccupazione anche da parte di chi è economicamente agiato, ma viene influenzato comunque  dal condizionamento mediatico che contagia negativamente tutti. 
Prevediamo un calo del numero dei turisti e un calo dei prezzi nel vano tentativo di arginare la flessione delle presenze. Ma agire sulla leva dei prezzi sarebbe un grave errore. Gli operatori turistici sono molto preoccupati perché nessuno sa quanto il turista abbia intenzione di spendere per questo Natale; inoltre le prenotazioni arrivano in ritardo creando una seria agitazione negli albergatori che temono di trovarsi gli hotel mezzi vuoti. Solo a fine stagione capiremo cosa è successo. E non inganni il fatto che magari la flessione sarà ridotta perché molti non vorranno rinunciare alle feste fuori casa, passate come si deve: per capire il danno reale dovremo considerare se gli hotel avranno abbassato o meno i prezzi delle camere. Di fronte a un calo di presenze del 5% sarebbe infatti sbagliato ridurre i prezzi del 20%: così la perdita reale finirebbe al 25%. Meglio invece inventarsi qualche servizio in più, proporre alternative; anche considerando che forse molti quest’anno preferiranno evitare le vacanze all’estero rimanendo in Italia e quindi andrebbero invitati a fare le ferie nei nostri hotel”.
Da Zanin l’invito quindi ad evitare il panico e ad attrezzarsi con nuove proposte. “Tutto sommato credo che la situazione sarà abbastanza stabile e alla fine, magari all’ultimo momento, anche i più titubanti sceglieranno il soggiorno sulle nostre montagne e nelle nostre città d’arte”.