Giorgio Roverato commenta il Nord Est di Daniele Marini

 

Giorgio Roverato in relazione al libro di Daniele Marini presentato ieri nella sede di banca Antonveneta (clicca qui per leggere l’articolo)

Il Nordest (tutto attaccato, please!) non è mai esistito: era solo, come auspicio per il futuro, nella testa di chi coniò tale neologismo, vale a dire quel grande giornalista, e interprete delle nostre terre, che fu Giorgio Lago. Ma sono esistiti molti Nordest, come sono esistiti molti “Veneti”. La sfida, come del resto emerge dal bel saggio di Marini, è oggi quello di riuscire a ricomporlo, a interconnetterlo davvero. E le premesse ci sono: pur all’interno ancora di una dura crisi, rimergono le eccellenze del territorio, e più ancora ne appaiono di nuove, come ben evocato nell’immagine degli “Innovatori di confine”. Sì, il miracolo “può tornare”: se il Nordest, i molti Nordest ricomposti, sapranno fare squadra in un gioco che veda finalmente coattori le energie imprenditoriali, i centri di ricerca, le Università, i governi regionali non più arroccati nei loro particolarismi, i principali enti territoriali e le rappresentanze dei lavoratori. E’ una sfida ineludibile, il cui superamento può davvero dar vita a un nuovo “rinascimento” di una tra le aree più operose d’Europa. Ma a condizione che dall’individualismo si passi davvero alla cooperazione, anche nella formula di un conflitto cooperativo tra interessi naturalmente divergenti.