Home restaurant: anche il ministero al fianco dell’Appe Padova nei confronti della ristorazione abusiva nelle case private

 

«L’avevamo detto più di 3 mesi fa – dichiara Erminio Alajmo, Presidente dell’Associazione Provinciale Pubblici Esercizi di Padova – che queste erano attività abusive in tutto e per tutto!».
Le attività a cui fa riferimento il numero uno dell’APPE, che conta 1500 associati, di cui 600 ristoranti in provincia di Padova, sono i cosiddetti “Home Restaurant”, vale a dire l’offerta di pasti presso private abitazioni, a fronte del pagamento di un corrispettivo e con pubblicità su siti appositamente creati.
«Abbiamo lanciato l’allarme – prosegue Alajmo – per i potenziali rischi igienici e per la salute pubblica, derivanti da attività svolte senza alcun controllo, oltre naturalmente agli aspetti amministrativi, fiscali, di sicurezza e tanto altro».
I privati gestori di questi “ristoranti casalinghi” si sono finora difesi affermando che, non essendovi norme specifiche in materia, vige il principio per cui “ciò che non è espressamente vietato, è consentito”.
Ora, a mettere un punto fermo sull’argomento, interviene il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), con la Risoluzione n. 50481 del 10 aprile 2015, nella quale si afferma che “l’attività in discorso [quella di Home Restaurant], anche se esercitata solo in alcuni giorni dedicati e tenuto conto che i soggetti che usufruiscono delle prestazioni sono in numero limitato, non può che essere classificata come un’attività di somministrazione di alimenti e bevande”.
«Non è altro – sottolinea Alajmo – che la conferma di quanto abbiamo sempre sostenuto e, cioè, che l’Home Restaurant è un vero e proprio ristorante abusivo, passibile delle relative sanzioni».
Che, precisano all’APPE, partono dai 1.032 euro di multa per esercizio di attività abusiva, ai quali si aggiungono le sanzioni igienico-sanitarie, formative, di sicurezza, previdenziali, fiscali ed urbanistiche.
L’Associazione si è già attivata per far pervenire la Risoluzione del MISE alle Autorità di controllo per le necessarie verifiche.
«Suggeriamo – conclude Alajmo – ai gestori di sospendere immediatamente le loro attività, per evitare di esporsi a pesantissime sanzioni. Se sono interessati a regolarizzarsi, prendano contatti con l’Associazione che potrà dare tutti i migliori suggerimenti».