L’antifascismo squadrista dei nostalgici dell’Autonomia operaia non rende per nulla liberi

 

C’è una cosa peggiore del fascismo. E’ l’antifascismo squadrista. Lo sa Alessio Tarani, capo di Casa Pound che questa sera è finito in pronto soccorso. La sua unica colpa, aver organizzato una mostra su Quirino De Giorgio, architetto che, ironia della sorte, ha disegnato un luogo che i disobbedienti padovani vogliono riportare in vita, il cinema Altino. lo slogan era “No nazi in my town”, sotto c’era il fulmine che esce dal cerchio, simbolo dell’autonomia operaia. I pedrini hanno sbagliato tutto lo sbagliabile questa volta, per molti motivi: Alessio Tarani in primis, ma anche gli altri attivisti del movimento definibile come di ultra destra, non sono nè nazisti nè violenti. Tanto che appunto la violenza l’hanno subita loro. Quirino De giorgio ha realizzato sì molte opere di ispirazione fascista, come le case del fascio di Vigonza e Pontelongo, oltre agli impianti del Cus, ma era prima di tutto un artista e negli anni ’30 era difficile realizzare opere pubbliche se non per il regime mussoliniano. E poi c’è quel simbolo dell’autonomia operaia, retto da due ragazzini di vent’anni nati dopo il muro di Berlino. La cosa più inquietante di tutta la vicenda: il cattivo maestro Toni Negri si gode la sua fortuna invitato ora anche nelle tv nazionali, i cattivi discepoli si godono i dividendi della disobbedienza Spa, tra vendita di frequenze radio e birre e biglietti a pagamento nei vari festival musicali. A quei ragazzini rischia di arrivare invece il conto da pagare con la giustizia, per reggere uno striscione di cui probabilmente non conoscono nemmeno la storia

Alberto Gottardo