Novemila euro dalle iniziative congiunte di Lions ed Eurointerim per dare fiato alla corsa contro i tumori in Veneto

 

Novemila euro: settemila frutto di uno spettacolo benefico tenutosi al Teatro Comunale di Lonigo (Vicenza) lo scorso 23 febbraio con protagonista Jerry Calà, e duemila frutto dell’impegno di Eurointerim, partner anche dell’iniziativa nel vicentino, che sposa la causa del progetto “Run for Iov” che ha in Sandra Callegarin una delle colonne portanti.
Prima della consegna hanno preso la parola il Governatore del Lions Club distretto TA1 Davide D’Eliseo e il Governatore del distretto TA3 Gianni Serragioto, che hanno espresso tutta la propria soddisfazione verso questo risultato portato a termine da Lions in collaborazione con Eurointerim Spa in favore di IOV – Istituto Oncologico Veneto.
“Crediamo che il cammino di un’azienda sia trainato da due forze: certamente quella dei risultati, del fatturato, della produttività, tutti fattori importanti chiaramente – ha spiegato Luigi Sposato, presidente e fondatore di Eurointerim Spa – ma altrettanto importante è anche saper creare un clima aziendale buono, che incentiva le collaboratrici ad essere felici di diventare madri ed ai collaboratori di essere padri senza preoccupazioni. Noi siamo un punto di riferimento per diecimila lavoratori ogni anno, che sviluppano assieme a noi un fatturato superiore ai 100 milioni di euro”.
Eurointerim è una azienda impegnata da anni sul fronte del sostegno di iniziative a favore del progresso sociale nel territorio in cui opera. E’ della settimana scorsa la conclusione della prima campagna di “bonus bebè” che ha visto la distribuzione di oltre 70mila euro tra le 43 famiglie di dipendenti che negli ultimi dodici mesi hanno festeggiato l’arrivo di un nuovo figlio.
Angelo Butera, presidente del Lions club di Lonigo (Vicenza) è stato il partner principale dell’iniziativa nel vicentino.
“E’ un piacere aver coronato un percorso iniziato a settembre dello scorso anno e che ci ha visto impegnati in questo servizio a favore dello Iov del Veneto – ha spiegato il presidente Butera – ed in particolare a favore del reparto di radioterapia pediatrica. Il progetto è piaciuto particolarmente nella nostra zona della Riviera Berica. Credo che si vada oltre alla somma che siamo riusciti a mettere da parte, perchè credo che sia stato un risultato prezioso quello di far conoscere le attività dello IOV sul territorio: una struttura come lo IOV ha bisogno di farsi conoscere per avere contributi stabili da parte dei privati”.
Il direttore scientifico dello IOV, professore Giuseppe Opocher ha raccontato quanto importante sia la partecipazione dei privati all’impegno dello IOV nel fronteggiare la malattia.
“L’oncologia sta facendo passi da gigante sul piano della scelta della cura migliore – ha spiegato il professore Opocher – e già si comincia a farlo sul piano molecolare attraverso la biopsia liquida, lavorando sul sistema immunitario con linfociti ingegnerizzati e moltiplicati. Siamo su una frontiera distantissima dalla chemioterapia tradizionale che pure applichiamo. I finanziamenti che arrivano dal territorio sono finanziamenti benedetti in questo senso, perchè ci aiutano a migliorare sempre di più su questo fronte”
“Un bambino su due in età pediatrica muore a causa di un tumore, che è il caso più alto di mortalità infantile – ha ricordato nel suo intervento il responsabile della radioterapia pediatrica dello IOV, dottor Giovanni Scarzello – l’obiettivo di non avere più nessun bambino che muoia di cancro è più vicino di anni fa ma ancora dobbiamo lavorare. Un bambino su otto trattato dal nostro istituto purtroppo non sopravvive alle cure. Iniziative come questa promossa da Lions Club Lonigo e da Eurointerim vanno nella direzione giusta per dare alla nostra ricerca una efficacia sempre maggiore”.
A concludere la giornata di presentazione dell’impegno tra Eurointerim e IOV è toccato a Sandra Callegarin. “Avere la sensazione di essere accuditi nella fase di cura, e dare la sensazione che si può progettare una vita piena dopo la malattia – ha spiegato la fondatrice – ed allenarsi un anno e fare la maratona di New York insieme a tante compagne di viaggio, è stato dimostrare che il cancro non ci ha fermate, come pazienti: noi non viviamo avendo la paura di aspettare i controlli; tante pazienti di oggi ci scrivono “se ce l’avete fatta voi ce la posso fare anch’io” e questa speranza è la molla che ci fa fare tutto questo. Sentire che questa nostra realtà viene compresa ci dà tanta forza”.