Primo giorno di primavera freddo nel padovano: Coldiretti lancia l’allarme gelo

 

La primavera porta il gelo nelle campagne padovane, già alle prese con un periodo di siccità che sta mettendo in crisi le principali coltivazioni. La notte scorsa le temperature sono scese anche a -3 gradi nella Bassa Padovana e le previsioni meteo confermano che il freddo continuerà ancora per qualche giorno. “Ad essere più esposte a questo colpo di coda dell’inverno, – spiega Massimo Bressan, presidente Coldiretti Padova – sono le coltivazioni a pieno campo come le barbabietole, che proprio in questo periodo stanno spuntando dal terreno e si trovano nella fase più critica. Il brusco abbassamento delle temperature, di oltre dieci gradi, e le gelate notturne che alla mattina lasciano i campi imbiancati finché il sole non scioglie la brina, – aggiunge Bressan – può compromettere lo sviluppo delle piantine in fase di crescita. A Padova la barbabietola è coltivata su oltre 2.400 ettari e copre più di un quarto della produzione regionale, anche per la presenza dello zuccherificio di Pontelongo.

A risentire delle gelate sono anche i frutteti, a partire da alcune varietà precoci: le susine sono in fiore, così come il pesco e l’albicocco dopo le temperature miti delle settimane precedenti e anche il kiwi risente del freddo”.

Nei frutteti sono entrati in funzione, dove sono attivi come nella zona di Castelbaldo, gli impianti antibrina che permettono di proteggere le fioriture degli alberi dal crollo delle temperature grazie al ghiaccio. Gli impianti nebulizzano l’acqua sulle piante che vengono ricoperte così da un sottile strato di ghiaccio grazie al quale la temperatura non scende oltre lo 0 e salva le piante dai danni del gelo.

Ci vorrà almeno una settimana, ricorda Coldiretti Padova, per valutare gli effetti sui frutteti della nostra provincia. In campo anche i tecnici del Consorzio Agrario del Nordest e del Condifesa Padova, il consorzio che si occupa delle assicurazioni dei prodotti agricoli. Ad inizio marzo è iniziata la campagna assicurativa che permette agli agricoltori di tutelare le loro produzioni dalle principali avversità atmosferiche. Rallentata dal freddo anche la raccolta degli asparagi, la cui stagione si era aperta in anticipo. Un effetto positivo del gelo lo si ha invece sul controllo delle cimici: gli insetti che già nei giorni scorsi si stavano muovendo per la riproduzione sono stati sorpresi e uccisi dal freddo, quindi la stagione inizierà con una carica di cimici più bassa, come del resto si era verificato anche lo scorso anno.

Oltre al freddo in questi giorni a preoccupare è anche la siccità, sottolinea Coldiretti. I cereali autunno vernini come il frumento tenero, coltivato su quasi 20 mila ettari, o il grano duro, seminati per l’appunto lo scorso autunno, per ora resistono meglio al freddo ma soffrono, ricorda Coldiretti Padova, della penuria di precipitazioni, al punto che nella Bassa Padovana sono già iniziate le irrigazioni con un certo anticipo, come del resto si era verificato anche lo scorso anno. E’ il caso di alcune coltivazioni di Vescovana, in questi giorni già irrigate.

Del resto contro la siccità un intervento tempestivo di irrigazione permette di salvare il raccolto. L’anno scorso, ricordano i tecnici di Coldiretti Padova, le aziende che avevano potuto irrigare i campi il frumento già agli inizi di aprile hanno ottenuto una resa di 20-25 quintali ad ettaro in più.

L’auspicio è che la pioggia arrivi quanto prima altrimenti gli agricoltori temono ulteriori contraccolpi. Sono in preparazione i terreni per la semina dei grandi cereali come il mais, la prima coltivazione nel padovano con quasi 35 mila ettari, e l’acqua è fondamentale. Le grandi colture cerealicole, aggiunge Coldiretti padova, rappresentano l’asse portante oltre che per la produzione di alimenti anche per la zootecnia da carne e da latte.

“Senz’acqua non c’è agricoltura. – ricorda Bressan – Gran parte della nostra provincia deve essere irrigata per questo vanno assicurate le portate delle concessioni idriche, attuando il risparmio irriguo, ammodernando la rete e realizzando nuovi invasi utilizzando le cave dismesse e i bacini. I fenomeni straordinari con alluvioni e stagioni monsoniche impongono il grande tema della sicurezza idraulica che si attua con il governo dell’acqua dei comprensori di bonifica. Occorre trattenere l’acqua quando c’è nelle infrastrutture e dove necessario realizzare opere di laminazione per arginare le calamità atmosferiche”.